Nei secoli un esercito di persone si è preso cura dei bambini, ottemperando alle indicazioni del Maestro: «Lasciate i piccoli fanciulli venire a me, perché di tali è il regno dei cieli» (Matteo 19:14; Marco 10:14; Luca 18:16). Ed è così che figure che hanno segnato la storia e lo sviluppo della chiesa (Lutero, John Knox, e Carlo Borromeo) non hanno escluso i bambini dalla cura pastorale, perché “tutte le volte che l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me” (Matteo 25:40).
Di questa schiera di gente preziosa cito alcuni di cui abbiamo traccia e che hanno preceduto quella che è diventata ufficialmente la Scuola Domenicale: Joseph Alleine; Thomas Wilson (Isola di Man 1703); Mrs. Catharine Cappe e il Rev. Theophilus Lindsey (Catterick 1763); il Dr. Kennedy (intorno al 1770 a Bright Parish); il Rev. David Simpson (Macclesfield 1778). Un seme sparso nel corso della storia della chiesa a favore dei più piccoli al pari dell’azione dello Spirito. La Scuola Domenicale nasce con l’intento di essere opera sociale e poi nel tempo è diventata un’insostituibile ancella ecclesiale. Se alle origini, e prima ancora, alcuni hanno sentito il peso di rispondere agli appelli del Signore, ritengo che questa sia una missione che riguarda tutti i credenti, e che ogni comunità debba rispondere a tale mandato. Personalmente ho fatto mio e del mio impegno un motto orientale che aiuta a guardare lontano: “Se fai piani per un anno, semina grano. Se fai piani per un decennio, pianta alberi. Se fai piani per la vita, forma e educa persone”.
La “scuola dei pezzenti”
Nel XVIII secolo in Inghilterra erano state lanciate alcune iniziative a favore dei più piccoli, che non erano riuscite ad avere un peso sociale a livello nazionale. Numerose congregazioni puritane avevano attività stabilite per i fanciulli. Nel 1751 a Nottigham, nella St. Mary’s Church. Nello stesso anno a Dursley (nel Gloucestershire) un certo William King cercò di adoperarsi a favore dei bambini, cercando di avere anche l’appoggio del filantropo Robert Raikes, ma senza ottenerlo. Sarà poi Hannah Ball Moore (1745-1833), convertitasi a 26 anni dopo un sermone di John Wesley, a iniziare delle riunioni a casa sua, a High Wycombe (nel sudest dell’Inghilterra) nel 1769. Alcuni di costoro saranno attivamente coinvolti anche negli sviluppi successivi.
La figura che predomina è quella Robert Raikes (1735-1811), editore del Gloucester Journal, un giornale nella città di Gloucester. Raikes è tradizionalmente riconosciuto come l’ideatore delle Scuole Domenicali fin dal 1780. Lo stesso che si era rifiutato di aiutare William King qualche decennio prima. Fu lui a dare un contributo notevole allo sviluppo della scolarizzazione in Inghilterra, iniziando alcune classi di scuola per i ragazzi poveri nella giornata di domenica, l’unico giorno libero dai lavori pesanti e crudeli ai quali erano sottoposti. Questo fu possibile grazie al giornale che pubblicava, unico mezzo di comunicazione per la città. Già impegnato a lavorare tra i carcerati, era un uomo filantropicamente attivo e motivato, ma che fino ad allora aveva indirizzato i suoi sforzi verso gli adulti.
Nel 18° secolo in Inghilterra l’istruzione era riservata ad una minoranza e non era obbligatoria. I ricchi educavano i loro figli in privato a casa, assumendo una governante o un precettore. Spesso questi ragazzi erano mandati in un collegio, e quindi questi istituti educativi a pagamento venivano riconosciuti, confusamente, come scuole pubbliche. La classe media poteva inviare i propri figli a scuola di grammatica, mentre le figlie erano lasciate ad imparare ciò che potevano stando in ginocchio vicino alla mamma oppure utilizzando la biblioteca del padre. I figli degli operai invece non ricevevano alcuna istruzione formale, lavorando in genere insieme ai loro genitori, sei giorni alla settimana, a volte più di 13 ore al giorno.
Una sera buia del 1780, Raikes percorreva cautamente una strada fangosa in uno dei quartieri più poveri della sua città. Preceduto da un servo con una lanterna fece un incontro che cambiò tutto. Un gruppo di bambini sporchi, cenciosi, che riempivano la strada, gridarono un commento osceno verso quest’intruso della classe elevata e uno lo colpì dritto alla schiena con un pugno di fango. Raikes cercò rifugio in un portone e lì si imbatté in una donna magra e stanca, accorsa per vedere cos’era quel trambusto e cosa stava accadendo, e la rimproverò severamente. Le disse che i genitori di quei bambini avrebbero dovuto vergognarsi del loro comportamento, al che si senti rispondere: «Sì, signore. Ma i bambini lavorano tutto il giorno. Durante la notte non hanno nessun posto dove andare, nessun posto dove giocare, niente da fare. E dovreste vedere come è la domenica».
Raikes tornò a Sooty Alley il pomeriggio della domenica successiva. Ciò che vide lo sgomentò. Ragazzi più grandi bestemmiavano e lottavano tra di loro. Aizzavano i più piccoli uno contro l’altro. Ragazze e ragazzi più giovani penzolavano svogliatamente sulla terra piena di fango. Improvvisamente vide un uomo mezzo vestito, con una mazza in mano, che rincorreva alcuni ragazzi che gli avevano rotto una finestra. Questi bambini a sei anni di età erano stati messi nelle fabbriche o come apprendisti nei negozi. La maggior parte di loro lavoravano dodici ore al giorno. Otto su dieci dei ragazzi erano stati in prigione prima che raggiungessero i ventun’anni. Raikes era leader di un comitato per aiutare gli uomini finiti in prigione, ed era orgoglioso di essere noto come "l'uomo che aiuta i poveri". Si rese conto che qui ci voleva molto di più che doni in denaro. Occorreva organizzare qualcosa di domenica, l’unico giorno della settimana nel quale i ragazzi, che vivevano nelle baraccopoli e lavoravano nelle fabbriche, erano "disoccupati".
Raikes decise così di riunire alcuni di loro insieme per impartire loro un’istruzione religiosa. Usando la Bibbia come libro di testo, voleva insegnava loro anche a leggere e a scrivere. Andò in giro nel quartiere a caccia di "tutte le donne decenti ben disposte". La signora King divenne la sua prima collaboratrice. Con tatto ottenne il consenso di molti altri genitori. Con l’offerta di caramelle e di monetine, una domenica mattina raggruppò una dozzina di ragazzi e li portò a casa della signora King. Lì leggeva le Scritture e raccontava una storia semplice con una morale semplice. Domenica dopo domenica, si sparse la voce che c’erano dolci e soldi per stare fermi ad ascoltare e la folla di bambini coperti di stracci crebbe a dismisura. Inizialmente si trattava solo di maschi. Infatti, delle ragazze lo pregarono di poter partecipare e Raikes acconsentì, sfidando il tabù della "segregazione dei sessi".
Il suo socio in affari pensò che fosse impazzito. Ogni domenica mattina si poteva vedere la sua forma slanciata, impeccabilmente vestito in giacca di velluto, fibbie d’argento e un alto cappello, seguito da una folla chiassosa di piccoli bambini della “Scuola del Sabbath” (Sabbath era semplicemente un riferimento al settimo giorno della Bibbia). Qualcuno ironicamente la chiamò "Raikes Ragged School" (La Scuola dei pezzenti o dei cenciosi). Da qui si sviluppò nel tempo la “Scuola Domenicale”, un’istituzione oggi sparsa in tutto il mondo. Nei primi anni, dal 1780 al 1784, erano stai 25mila i bambini curati in una sola città, questo a dimostrazione della potenza sociale di tale azione. Oltretutto la sua azione si estendeva alle famiglie dei bambini, provvedendo loro cibo e vestiario.
Sviluppo e crescita
L’idea della Scuola Domenicale catturò l’immaginazione di un certo numero di persone coinvolte in gruppi e chiese evangeliche. Hannah More e sua sorella Marta fondarono un certo numero di scuole nella zona di Mendip Hills, introducendo delle disposizioni che si svilupperanno nel campo della pedagogia. Si cercò di rendere le sessioni scolastiche divertenti e varie. I programmi dovevano essere pianificati e adatti al livello degli studenti in modo vario e il più divertente possibile (si consigliava di usare il canto quando l’attenzione calava). Hannah sosteneva anche che era possibile ottenere il meglio dei bambini se il loro affetti “fossero stati attirati mediante la gentilezza”. Inoltre osservò che usare il terrore non paga. Tuttavia fu sempre convinta che “fosse un errore fondamentale considerare i bambini come esseri innocenti” piuttosto che come creature dotate di “una natura corrotta e con disposizione al male”. La gamma di attività coinvolte e l’eco prodotta incoraggiarono altri a sviluppare nuove iniziative.
Se le attività filantropiche erano significative per la classe media, le Scuole Domenicali finirono col rappresentare un importante beneficio per la classe operaia. Ben presto la "Scuola della Domenica" divenne uno dei capisaldi delle attività delle comunità locali con l’istituzione dell’istruzione biblica per tutte le età ed è tuttora vanto del protestantesimo per la preparazione religiosa dei minori. Robert Raikes, prima della sua morte avvenuta nel 1811, poté rallegrarsi nel vedere il suo sogno avverato: oltre 250.000 iscritti frequentavano le Scuole Domenicali in Inghilterra, Irlanda e Stati Uniti.
La "Scuola Domenicale" comincia a strutturarsi
Durante il primo anno, Raikes aggiunse alla signora King altri tre insegnanti, pagandoli uno scellino ogni domenica. Poi, anch’egli iniziò l'insegnamento della lettura e della scrittura. Dal momento che i bambini dei quartieri poveri non potevano andare a scuola, avrebbe portato la scuola fino a loro la Domenica. Avvalendosi delle sue competenze stampò degli opuscoletti con l’alfabeto e con i versi della Bibbia - la prima Scuola Domenicale in letteratura. Dal 1815 le Scuole Domenicali erano frequentate soprattutto da bambini delle classi più povere e centrate soprattutto a combattere l’analfabetismo, unitamente a favorire l’educazione cristiana. Nel tempo la Scuola Domenicale divenne il braccio educativo delle Chiese Evangeliche. La lunghezza del periodo di educazione fu accorciato, l’insegnamento volontario piuttosto che retribuito, e i bambini venivano raccolti da ogni classe ed età. Suo scopo principale divenne la conversione e l’insegnamento biblico, a supporto e promozione delle Chiese. L’insegnamento originario si limitava alla spiegazione di alcuni episodi biblici e nell’imparare a memoria alcuni versetti della Bibbia, ma ben presto si arricchì di metodi più accademici e fu organizzato secondo criteri più rigorosi.
I bambini hanno bisogno di regole
Raikes andò oltre l’educazione e la formazione che era sì necessaria, ma non sufficiente. Comprese che non bastava dare loro un vestiario decente, del cibo ed una formazione didattica, ma che era necessario trasmettere loro delle regole, necessarie per ogni fanciullo. I bambini, difatti, iniziavano la domenica mattina alle dieci ed erano istruiti fino a mezzogiorno. Andavano a casa per il pranzo, ritornavano all’una per la chiesa. Dopo la chiesa, tornavano nelle classi e ripetevano il catechismo fino alle 17:30. Poi Raikes li lasciava andare, “con l’ordine di tornare a casa senza far rumore, e di non giocare per strada per nessun motivo”. Impose la regola che i bambini dovevano andare con le mani e volti lavati e i capelli pettinati. Per quelli che non avevano pettine o spazzola provvide lui direttamente e mostrò loro come usarli. Visitava molte delle case e spesso, scuotendo padri e madri da stupore come di ubriachi, spezzò la crosta di sospetto e sfiducia con parole amichevoli e regali di abbigliamento per i bambini. Nel tempo quel tipo di regole sviluppavano persone consapevole ordinate attente e disposte a rispettare le regole della società o per meglio dire le leggi; questo perché se un bambino non è rispettoso delle regole non è disposto nemmeno a rispettare le leggi degli adulti.
Non manca l’opposizione
Col tempo, venne chiesto agli ecclesiastici di condurre l’insegnamento di “domenica” ai bambini nelle chiese. Ma si sviluppò un’opposizione vigorosa a questa pur pregevole iniziativa. I ministri sostennero che non era dignitoso per il clero istruire i figli delle classi inferiori. Si lamentavano che i bambini erano rumorosi e sporchi. La principale obiezione nacque dalla convinzione che nessun’opera di nessun tipo dovesse essere fatta nel “sabato” biblico. Un vescovo scrisse una lettera infuocata, ammonendo i ministri che l’insegnamento di domenica ai bambini era un’eresia "poiché è sempre peccato usare la mente o il corpo nel giorno di sabato". Per costoro la Scuola Domenicale era deleteria alla religiosità familiare; profanava il riposo domenicale; era un'attività in contrasto con le chiese locali istituzionali. Questo fu un tipico atteggiamento farisaico che influì negativamente sull’opera di Raikes. Questi però prontamente rispose loro citando le parole del grande Maestro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato».
In realtà, le vere motivazioni che spinsero il clero alla condanna dell’iniziativa di Raikes erano ancora più meschine, perché legate ad una visione gretta e arretrata delle funzioni della Chiesa e dei bisogni della società. Infatti, prima di tutto i ministri delle chiese temevano l’ingerenza di semplici credenti nell’insegnamento della dottrina cristiana; e poi c’era il problema di carattere sociale, in quanto elevare le classi più povere avrebbe prodotto ben presto delle trasformazioni radicali nella società poco gradite al potere costituito. Unica voce favorevole fu quella di John Wesley (1703-1791), pastore anglicano, fondatore del movimento metodista, il quale, soltanto quattro anni dopo l’istituzione della prima Scuola Domenicale, ne fece uno dei settori più importanti dell’opera della Chiesa Metodista. Egli dichiarò con forza: "La Scuola Domenicale è una delle più nobili istituzioni che si sia vista in Europa da alcuni secoli". Wesley introdusse il canto nelle "Sabbath schools" (scuole del giorno di festa), costituì le classi in base all’età, ridusse le ore di presenza e rese il servizio più interessante.
I risultati
L’editore di Gloucester non poteva prevedere che quell’opera sarebbe diventata un movimento mondiale, ma poté comunque vederne i risultati immediati tra i bambini. Con orgoglio gli mostravano le mani pulite, le classi divennero tranquille ed ordinate. Meticolosamente Raikes correggeva il loro modo di parlare, ed impararono a comportarsi con cortesia e con buone maniere. I ragazzi promisero sul loro onore ai loro monitori di aiutare gli altri in ogni momento. I genitori di questi bambini, sovraccarichi di lavoro e denutriti, cominciarono a raccontare a della trasformazione dei loro figli. Il proprietario di una fabbrica scrisse a Raikes una raggiante lettera di apprezzamento. I suoi operai, per lo più da sei a dodici anni, che avevano frequentato la Scuola, erano più ubbidienti e meno litigiosi.
Dopo il novembre del 1784, quando il Gentleman’s Magazine pubblicò un’approfondito articolo sul progetto di Raikes, il movimento si diffuse rapidamente. Alcuni dei docenti di Raikes andarono a Bradford, centro dell’industria della lana, che vantava il più alto numero di bambini nelle fabbriche, e organizzarono Scuole Domenicali nei quartieri più poveri. Le chiese di Leeds e Bolton seguirono questo esempio. A Stockport nel 1784 chiese di varie denominazioni misero da parte le loro differenze per erigere il primo edificio dedicato specificatamente all’insegnamento della Scuola Domenicale. Più di mille bambini parteciparono a turno ogni domenica. La prima scuola Domenicale di Londra aprì a Surrey Chapel sotto il Rev. Rowland Hill. Nel 1826 fu pubblicato il primo Manuale della Scuola domenicale con un passo biblico per ogni settimana dell’anno e nel 1831 le Scuole Domenicali in Gran Bretagna videro la partecipazione settimanale di 1.250.000 bambini, circa il 25 per cento della popolazione. Esse fornivano alfabetizzazione di base insieme alla istruzione religiosa. Nel 1833 fu fondata la Sunday School Association (Associazione per la Scuola Domenicale) "per l’unificazione e il progresso del lavoro di educazione religiosa fra i giovani", in collaborazione con la British and Foreign Unitarian Association (Associazione Britannica e Forestiera Unitaria), a Essex Hall nel centro di Londra. Nel 1832, 1833 e 1859 si svolsero, negli USA, le prime conferenze sulla Scuola Domenicale. Nel 1907 fu istituita l’Associazione Mondiale delle Scuole Domenicali (International Sunday School Association), anche se, precedentemente, era già stato fondato un Comitato per la pubblicazione di un programma di lezioni settimanali concordato e uniforme, seguendo uno schema d’insegnamento biblico sistematico.
Dalla metà del 1800 molte Scuole Domenicali passarono sotto il controllo di persone che lavoravano, anche se quelle appartenenti alle chiese erano condotte da persone più esperte. Nel 1851 tre quarti dei bambini della classe operaia frequentavano queste scuole. Questo fu un apporto popolare su scala massiccia. L’elemento chiave fu che le Scuole Domenicali provvedevano formazione ed esprimevano i valori che i genitori della classe operaia volevano per i loro figli. In particolare oltre alla “rispettabilità” del lavoro, l’autodisciplina, l’operosità, la parsimonia, il progresso, l’egualitarismo. Sotto questa luce le Scuole Domenicali erano parallele ad istituzioni della classe operaia come la Società di Mutuo Soccorso, i Sindacati e le Casse di Risparmio. Non migliorarono solo l’alfabetizzazione e la conoscenza religiosa, ma aumentarono la cultura della vita operaia. Nel 1785 fu istituita un'organizzazione nazionale aconfessionale, The Sunday School Society (la Società di Scuola Domenicale), per coordinare e sviluppare il lavoro. Altro significativo cambiamento fu che partecipassero adulti e bambini.
Sebbene le Scuole Domenicali si occupassero prevalentemente dell’educazione religiosa, dettero però un contributo notevole come istruzione formale, perché la necessità di accedere direttamente alla Bibbia comportava comunque un insegnamento sulla lettura. Ancora più rilevanti furono le loro qualità informali e associative: avevano il vantaggio di essere una delle poche occasioni sociali organizzate e “rispettabili” in cui non era imposta la segregazione dei sessi. Nel 1785, Raikes stimò dalle relazioni che 250.000 bambini frequentavano le Scuole Domenicali dell’Inghilterra e della Scozia. Londra aveva una cinquantina di scuole; Edimburgo trentaquattro.
William Wilberforce, membro del Parlamento, fu un mecenate del movimento della Scuola Domenicale e ottenne il sostegno di numerosi uomini importanti. Spese generosamente dei fondi per stampare e distribuire bibbie per i bambini. Wilberforce interessò anche la regina Charlotte, che invitò Raikes alla Corte. Fu una giornata di grande orgoglio per Raikes, che davanti al Re Giorgio e alla regina, poté dichiarare come i bambini con la formazione scolastica e morale diventavano soggetti migliori. Il suo lavoro contribuì a due grandi risultati sociali: istruzione generale per tutti e il declino del lavoro minorile. Per avere scolarizzazione ci deve essere tempo libero dal lavoro. L’editore di Gloucester fu difensore dell’idea che ogni bambino, per quanto povero, avesse diritto ad avere una qualche educazione scolastica. Egli denunciò il detto compiaciuto che l’istruzione per le masse fosse pericolosa. Infatti, scrisse: “So di uomini in prigione che nel loro stato illetterato diventano presto preda di influenze criminali. L’apprendimento va di pari passo con la moralità, e questi salveranno il bambino per una vita utile”. Le fabbriche e i maestri apprendisti resistettero ostinatamente ad ogni tentativo di ridurre le ore di lavoro dei bambini. Raikes, allora, costituì delle classi che, di notte, durante la settimana, insegnassero a leggere, a scrivere e a fare di conti e ne pagò gli insegnanti. Nel suo giornale iniziò una crociata per le scuole notturne e per innalzare l’età di apprendistato a dieci, dodici anni. Instancabile, argomentava con imprenditori e membri del Parlamento dicendo loro: “La forza futura del nostro paese dipende da ciò che noi facciamo dei nostri figli”. Prima che scomparisse nel 1811 a settantasei anni, poté vedere la riduzione delle ore di lavoro per i bambini in modo che potessero frequentare la scuola. Più tardi “The Sunday School Union” (L’Unione delle Scuole Domenicali), costituita nel 1803, contribuì a realizzare la “Education Act” (Legge sull'istruzione) del 1870 che costrinse le Autorità locali a fornire scuole giornaliere a tutti i bambini delle isole britanniche.
Altri effetti di vasta portata derivarono dal progetto di Raikes. Invitò un noto giudice di Gloucester a visitare la “Ragged School”. Questi era molto severo ed aveva condannato dei bambini ad essere frustati per piccoli reati. Quando vide un centinaio di bambini delle baraccopoli inginocchiati in preghiera, i suoi occhi si riempirono di lacrime. Divenne uno degli insegnanti di Raikes e, invece di ordinare cruenti punizioni, cominciò ad indurre gli amici ad aiutare i giovani ribelli. L’attività delle Scuole Domenicali nelle città industriali era sempre più integrata mediante forniture benefiche, e negli ultimi anni del diciannovesimo secolo anche da formazioni finanziate pubblicamente da comitati scolastici.
In America
Dopo la sua conversione, prima che divenisse un evangelista itinerante, decise di promuovere classi di Scuola Domenicale, fondandole a Chicago. Il suo lavoro si estese anche ad una casa editrice, la Moodypress, grazie alla quale iniziò a pubblicare libri e bibbie per i bambini, nonché testi per la chiesa: un uomo che non sapeva leggere e scrivere si occupò di impartire istruzione e conoscenza biblica attraverso diversi canali. È dalle piccole cose, da quelle semplici che nascono quelle grandi. Difatti una delle sue citazioni più conosciute è proprio questa: “Molti sono disposti a fare grandi cose per il Signore, ma pochi sono disposti a fare cose piccole”. Si stima che Moody abbia parlato ogni settimana a 40/50mila persone e si suppone abbia evangelizzato 100milioni di persone in tutta la sua vita, egli fu usato da Dio in maniera potente e ciò fu grazie alla salvezza ricevuta in una lezione di Scuola Domenicale.
In Italia
Le Scuole domenicali si costituirono presso le Chiese valdesi nella prima metà dell’Ottocento sul modello di quelle delle chiese protestanti inglesi, che la domenica pomeriggio accoglievano i bambini, in genere i più disagiati delle zone urbane, per intrattenerli con canti, racconti e giochi. Presso la Chiesa valdese di Torre Pellice, ad esempio, all’inizio degli anni Venti dell’Ottocento furono riuniti i primi bambini, su iniziativa di Carlotta Peyrot, promotrice, insieme al marito Pietro Geymet, anche dell’Ospedale valdese di Torre Pellice.
Tuttavia la prima Scuola domenicale fu istituita nel 1837, presso l’abitazione di Louise Schleicher, moglie del professore Bartolomeo Malan. La fisionomia delle Scuole si andò modificando progressivamente per trasformarsi, con la seconda metà dell’Ottocento, in un’istituzione ecclesiastica strutturata, volta alla formazione biblica dei fanciulli, abbandonando del tutto il carattere socio-assistenziale che l’aveva ispirata. L’unità di Italia del 1861 segna una tappa importante per lo sviluppo.
Fra il 1863 e il 1869, grazie all’opera del pastore americano A. Woodruff della American Sunday School Association fu stampato a Firenze «La Scuola della Domenica» primo periodico interdenominazionale per ragazzi in Italia, pubblicato a cura di un "Comitato Interdenominazionale per le scuole domenicali". Il periodico, che raccoglieva storie a puntate, poesie, inni e la lezione settimanale della Scuola domenicale, fu sostituito nel 1870 da «L'Amico dei Fanciulli». A partire dal 1878 iniziò la pubblicazione de «La Scuola Domenicale», la rivista mensile organo dell'Unione delle Scuole domenicali, tutt’ora esistente. Significativo ricordo è quello che nella Scuola Domenicale nella chiesa valdese di Livorno riceveva i rudimenti della fede Guglielmo Marconi. Lo Spirito di Dio alleva anche geni per il beneficio della comunità!
Nel mondo pentecostale in seguito al Convegno Nazionale A.D.I del 1953 venne costituita la prima "Squadra delle Scuole Domenicali", la seconda l’anno successivo. In questo periodo ed in questo nuovo scenario, la scuola domenicale non si propose più di fare un lavoro sociale ma di trasmettere i fondamenti del vangelo, “perché una persona credente difficilmente nuocerà a se stesso ed agli altri”. Facevano parte della prima squadra: Giuseppina (Josephine) Furnari, i coniugi Scotti (AG), Matthew ed Elizabeth De Santis. Questi ultimi insieme ad una seconda "squadra" organizzata l’anno seguente insieme ai coniugi Ippolito delle CCNA ottennero degli ottimi risultati nel campo dell’educazione cristiana. Infatti, vennero istituite oltre cento nuove Scuole Domenicali e furono di formazione per oltre duecento insegnanti.
Giuseppina Furnari nacque il 16 maggio 1917 a Santa Maria di Licodia, un piccolo centro agricolo in provincia di Catania, alle pendici dell’Etna. Con la famiglia, appena dodicenne, emigrò negli Stati Uniti insieme con la madre. Si convertì al Signore insieme con sua madre, a 14 anni, in una chiesa pentecostale italiana di Brooklyn. La conversione trasformò questa giovane piena di iniziative e dal carattere molto indipendente in una credente che utilizzò queste caratteristiche per il bene e il progresso dell’Evangelo. Decise di dedicare la propria vita alla causa di Cristo. Si sentì chiamata ad entrare nel campo di missione e ritenne quindi di entrare in un istituto biblico per acquisire una preparazione dottrinale. In pochissimo tempo vennero costituite oltre cento nuove Scuole Domenicali e furono tenuti corsi per formazione per oltre duecento insegnanti. Questa iniziativa condusse alla costituzione del "Reparto Scuole Domenicali", che, negli anni 1955-57, pubblicherà una rivista mensile dal titolo "Il Consigliere delle Scuole Domenicali". Il primo manuale per le Scuole Domenicali fu la "Guida per i Monitori delle Scuole Domenicali".
Dal 1953 ad oggi tante sono le attività e le associazioni che lavorano con i piccoli e con i disagiati, tutto questo con una certa responsabilità ecco perché, come ci ricorda e ci raccomanda Plutarco (46/48 d.C. – 125/127 d.C.): «Per i figli si devono cercare maestri inappuntabili per condotta di vita, irreprensibili sotto il profilo morale ed eccellenti sul piano dell’esperienza, perché una formazione corretta è fonte e radice di perfezione morale. Come gli agricoltori sostengono le piante con dei paletti, così i bravi maestri puntellano i giovani con idonei precetti e consigli, perché il loro carattere germogli diritto».
Se vogliamo veder crescere e prosperare spiritualmente sono necessari agricoltori sapienti e responsabili, poiché non si può trasferire ad altri quello che non si possiede. Per questo Paolo consigliava Timoteo di scegliere uomini fedeli, irreprensibili ma soprattutto capaci di trasferire l’opera di Dio. Sia lo Spirito a disciplinare la nostra vita per essere strumenti nella chiesa e nella società.
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(Questo articolo è stato elaborato da altri articoli disponibili in Rete)
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