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  • Writer's pictureElpidio Pezzella

Tra passato e futuro

Updated: Jan 17

Non ricordate più le cose passate, non considerate più le cose antiche.

Isaia 43:18

Ricordare il passato è punto imprescindibile per costruire il presente e proiettarsi in un futuro alquanto migliore. Il non dimenticare gli errori commessi resta un saggio consiglio per tutte le generazioni. Tanto più ora che siamo prossimi alla giornata della Memoria. La stessa Scrittura esorta ad attingere dalle esperienze altrui: «Ricorda i giorni antichi, considera gli anni delle molte età passate, interroga tuo padre, ed egli te lo annuncerà, i tuoi vecchi ed essi te lo diranno» (Deuteronomio 32:7). Ecco allora che ricordare le opere del Signore che con mano potente e braccio teso aveva liberato il popolo, era un imperativo per Israele. Custodire e alimentare la memoria dei prodigi divini, di generazione in generazione, avrebbe stimolato una fiducia incondizionata nell’Eterno da parte di ogni israelita. Il testo di Isaia invece sembra precorrere una nota canzone partenopea e il suo “scordiamoci il passato”, andando quindi in direzione opposta. Possibile? Il profeta Isaia vuole piuttosto che il popolo non si perda nostalgicamente nel ricordo del passato, che si lasci andare nel rimpianto di ciò che è stato, scappando da un presente sì difficile, quale la cattività babilonese, ma da affrontare senza soffocare la speranza nel domani.

 

Mi viene da pensare alla copertina del mio libro “Credo ai miracoli”, dove è raffigurato un terreno arido e crepato, e lì trova vita e spunta un germoglio. Un’esortazione a leggere il presente, cogliendo i segni tangibili dell’essere presente e vicino di Dio. Dunque riconoscere che Egli è sempre all’opera nella nostra piccola storia, anche quand’essa percorre il sentiero della delusione, tra paure e incertezze, percependo la disfatta, nell’ipotetica convinzione di essere stati abbondonati o dimenticati. Allora non ricordare nostalgicamente, quasi a lasciarsi andare, ma aprirsi alla possibilità che quel che è stato può ripetersi e rinnovarsi al presente. Il testo si apre al futuro. Infatti, continua così: «Ecco, io faccio una cosa nuova; essa germoglierà; non la riconoscerete voi? Sì, aprirò una strada nel deserto, farò scorrere fiumi nella solitudine» (v. 19). D’improvviso il cuore torna a battere, gli occhi si spalancano alla meraviglia di quanto sta per accadere. Come i germogli primaverili colorano la terra di nuova speranza, così la fiducia nel Signore riaccende la voglia di vivere, al di là della fragilità dell’esistenza di ciascuno. Dio è chiaro: fa un’opera nuova. Le brutte esperienze e le situazioni avverse del passato non devono essere più considerate. La fede guarda avanti e non si accomoda mai. Anche se ora non vedi nulla, sappi che sta per germogliare. Improvvisamente la vedrai spuntare. Questa è la fede che a che vedere con la «certezza di cose che si sperano» e «dimostrazione di cose che non si vedono» (Ebrei 11:1).

 

Se qualche esitazione permane, Lui incalza e aggiunge: «Sì, aprirò una strada nel deserto, farò scorrere fiumi nella solitudine». Questa parola dovrebbe farci esultare, sussultare, fino a sbalzarci, tale è la forza che sprigiona. Nel tuo deserto, proprio quello che stai vivendo ora, non sei da solo. Se non riesci a trovare la via d’uscita, Egli ha promesso di fare una strada nel deserto. Se l’aridità sta raggiungendo il tuo cuore, nella morsa della desolazione, Egli ha promesso fiumi nella solitudine. La sola risposta che possiamo dare alle sofferenze, alle drammatiche situazioni che ci avvolgono e riguardano è un atto di fiducia che trascende l’umana esistenza, perché «ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò proprio come sono stato conosciuto» (1Corinzi 13:12). I miracoli accadono, che tu ci creda o meno. E tante volte sono lì davanti a noi, e non riusciamo a vederli. Non porre limiti all’agire soprannaturale di Dio. Resta, infatti, fedele la Scrittura quando dichiara che «nulla è impossibile a Dio» (Luca 1:37). Non esitare allora! Anche se il tuo occhio non scorge ancora nulla all’orizzonte, come fu per il servo del profeta Eliseo, Dio resta «colui che può, secondo la potenza che opera in noi, fare smisuratamente al di là di quanto chiediamo o pensiamo» (Efesi 3:20).


 


Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 03

15 gennaio Genesi 36-38; Matteo 10:21-42

16 gennaio Genesi 39-40; Matteo 11

17 gennaio Genesi 41-42; Matteo 12:1-23

18 gennaio Genesi 43-45; Matteo 12:24-50

19 gennaio Genesi 46-48; Matteo 13:1-30

20 gennaio Genesi 49-50; Matteo 13:31-58

21 gennaio Esodo 1-3; Matteo 14:1-21



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