top of page
  • Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Il tralcio nella vite

«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. … Io sono la vite, voi siete i tralci».

Giovanni 15:1, 5



Molti si interrogano sul chi sono e quale sia lo scopo della loro vita, e parlando di Dio fanno altrettanto con Lui. Il testo del vangelo di Giovanni ci offre una lapidaria risposta su cui riflettere: noi siamo i tralci e Gesù è la vite da cui dovremmo dipendere. “Senza di me non potete fare nulla”, sentenzia il Maestro (v. 5). Sono queste le parole che chiudono le parole del testo biblico di questa meditazione. Il credente consapevole sa che senza il Signore non deve fare alcuna cosa. Non c'è vita spirituale senza la vite di Cristo. Egli è Colui in grado di dare il frutto atteso da Dio, differentemente dal popolo di Israele, vigna che dava uva selvatica. Noi altrettanto non riusciremo a produrre quel che Dio gradisce se facciamo affidamento su noi stessi. Ed è per questo che dobbiamo essere e restare attaccati alla vite, proprio come suggerito: “Dimorate in me e io dimorerò in voi…” (v. 4). Il verbo (greco mènein) qui usato esprime nel contesto molte sfumature che ci aiutano a comprendere quel che ci è richiesto: “Dimorate / rimanete / restate / esistete / abitate / fermatevi / durate / trattenetevi / rimanete fermi / resistete / permanete / attendete / continuate / stabilitevi / rimanete stabili / perseverate in me”.

 

Dietro la vite c’è un vignaiolo, una figura semplice e familiare che Gesù sceglie per presentarci Dio padre, e che descrive con mani callose ed esperte. Che dolce e familiare figura per ciascuno di noi da cui lasciarci curare. Un contadino che si prende cura dei tralci con le mani che conoscono la terra sin dalla creazione. Commuove pensare a un Dio così, che mi pota perché io produca frutti succosi e non uva selvatica. L’uva selvatica non è adatta a fare il vino, ma questo non vuol dire che sia da buttare. Il desiderio di Dio è che io sia in grado di dare uva che produca vino. Nell’ultima cena il vino simboleggia il sangue di Gesù. L’uva dalla quale si può produrre vino è quella stessa che è pronta a dare la propria vita agli altri, a morire per la vigna del Signore. Coloro, che sono stati piantati e curati dal Signore, hanno la Sua vita, e non la custodiranno per sé, ma saranno pronti a darla per Dio. Nessuno di noi, nemmeno la chiesa sarà la vigna perfetta. Solo Gesù riesce ad essere la “vera vite”, e nello stesso tempo ci vede parte di sé: “voi siete i tralci”. Io e te tralci della stessa pianta, unica radice e una sola linfa vitale. Non è possibile pensare che siamo vigne indipendenti, restiamo tralci. “Siamo prolungamento di quel ceppo, siamo composti della stessa materia, come scintille di un braciere, come gocce dell’oceano, come il respiro nell’aria” (Ermes Ronchi). Senza di Lui non possiamo fare nulla, perché secchiamo come il tralcio staccato dalla vite.

 

Quando decidiamo di vivere in maniera indipendente, staccandoci dalla vite e non dimorando più in Lui, il massimo che potremmo fare è diventare selvatici. Il canto di Isaia (5:1-7) descrive come la vigna si riduca a deserto. Dio è capace, però, di tracciare una via nel deserto e di trasformarlo in un giardino. Forse la cosa più difficile è aspettare come fa il contadino, quando dopo la semina, si pone in fiduciosa attesa per il raccolto. A noi l’umiltà di non staccarci dalla vite e di lasciarci potare a tempo debito. Il nostro Dio è come il vignaiolo che vuole ogni tralcio colmo di frutto e per questo non possiamo temere di Lui, che non impugna lo scettro ma la zappa, non siede su un trono distaccato ma sul muretto della nostra vigna. Con le sue mani sapienti viene a stimolare la nostra crescita, infatti “ogni tralcio che porta frutto lo pota perché porti più frutto”. Il suo potare, anche se al momento doloroso o incompreso, non ha intenti mortificatori. Tutt’altro. Egli vuole soltanto togliere il superfluo e rafforzare, eliminare il vecchio e far nascere il nuovo. Il mio Dio “contadino” mi cura e pota con un solo obiettivo: la mia fioritura.


 

Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 35

26 agosto Salmi 120-122; 1Corinti 9

27 agosto Salmi 123-125; 1Corinti 10:1-18

28 agosto Salmi 126-128; 1Corinti 10:19-33

29 agosto Salmi 129-131; 1Corinti 11:1-16

30 agosto Salmi 132-134; 1Corinti 11:17-34

31 agosto Salmi 135-136; 1Corinti 12

01 settembre Salmi 137-139; 1Corinti 13

167 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Yorumlar


bottom of page