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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Una mosca nel profumo

Aggiornamento: 29 ago 2023

Le mosche morte fanno puzzare l’olio del profumiere: così un po' di follia guasta il pregio della sapienza e della gloria.

Ecclesiaste 10:1

Il libro dell’Ecclesiaste (o Qoèlet) è un monologo sapienziale che potrebbe lasciare perplesso il lettore, favorendo la semplicistica conclusione che vi sono contenute idee troppo profonde. Il libro non sembra contenere incoraggiamenti per una vita fedele a Dio, ma un lascito di cinismo: “Vanità delle vanità, tutto è vanità” (1:2); “Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole: ed ecco tutto è vanità, è un correre dietro al vento” (1:14). Si tratta però di una voce diversa, ma non contrastante nella polifonia scritturale. La Bibbia ci fa riflettere e l’Ecclesiaste ne è un bellissimo esempio. Infatti, ci insegna che anche nella crisi, nel silenzio stesso di Dio si può nascondere paradossalmente una Sua presenza, una sua parola rivelatrice, come nel caso del detto scelto per questa breve riflessione.


Le mosche morte fanno puzzare l’olio del profumiere”. Nella produzione di profumi nell’antichità, il processo era lento. Ci volevano mesi e persino anni per crearlo. Nel versetto, il profumiere aveva lasciato riposare a lungo l’essenza in un vaso, ma non si era accorto di una piccola mosca entrata nel vaso e poi morta nel profumo. L’uomo si era distratto e tutto il suo lavoro andò perduto senza che se ne accorgesse. Solo quando, a distanza di tempo, ha ripreso l’ampolla del profumo preparato ha fatto la triste scoperta. Che lezione quella del verso: il più piccolo può rovinare il più grande. Una cosa insignificante può far perdere grandi cose. Un bue, un cavallo e persino un cane morto attirano l’attenzione. Ma a chi interessa una mosca, tanto più morta? Le mosche morte passano inosservate ai nostri occhi. Eppure da vive sono fastidiose. Dobbiamo stare attenti a come parliamo e a come agiamo. Basta una sola azione avventata come uno scatto d’ira o un singolo episodio in cui si esagera per rovinare la reputazione di una persona rispettata.


L’Ecclesiaste usa questo esempio reale per ammonirci circa la stoltezza, un po' di follia che può rovinare il pregio della sapienza. In ebraico, l’insensatezza è anche follia, che significa “sciocchezze”. È saggio invece sapere essere stolto a tempo, dice il proverbio. Questa sentenza potrebbe esplicitarsi in due maniere. La prima è che una piccola stoltezza, usata a tempo, è da preferirsi alla rigida sapienza, e alla gloria, da cui possono nascere gravi disastri: è meglio qualche volta farsi stolto, che far mostra di sua sapienza, e di gloria. Proprio come Davide che si finse pazzo alla corte del re Achis, e schivò il pericolo di morte. La seconda è che la piccola sapienza, che agli uomini sembra stoltezza, vale molto più che la sapienza del secolo gloriosa e onorata presso degli uomini, la quale presso Dio è stoltezza (1 Corinzi 3:18). Se ad alcuno di voi pare di esser sapiente in questo secolo diventi stolto, al fin di esser sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza dinanzi a Dio.


Un domatore di serpenti aveva ricevuto in dono un serpente della grandezza di un dito. L’ha allevato e domato per anni per utilizzarlo nelle sue esibizioni. Il serpente, cresciuto enormemente, si avvolgeva intorno al domatore e, al suo ordine, prontamente obbediva e mollava la presa. Un giorno qualcosa andò storto: il serpente non obbedì all’uomo, che, stretto nella morsa, ha iniziato ad avere difficoltà a respirare. Il serpente stringeva, stringeva, finché non si sentì il rumore di ossa che si spezzavano… Il grande pericolo è giocare con ciò che sai essere dannoso per la tua vita! Pensare che da un momento all’altro ci si possa fermare, che tutto sia sotto controllo. L’uomo nella storia aveva avuto l’opportunità di uccidere il serpente quando era ancora sulle sue dita. Ma non l’ha fatto, l’ha nutrito, ci ha giocato. Potremmo dire che ha alimentato una piccola stoltezza nel tempo. Alla fine, è stato ucciso. In nessun momento la Bibbia ci ordina di fuggire, se non per quanto riguarda la nostra vecchia natura: “Fuggi dalla prostituzione”, “fuggi dall’impurità”, “fuggi dalle passioni della giovinezza”.


La menzione del profumiere riporta alla mente l’episodio della donna che ruppe ai piedi di Gesù un vasetto di alabastro pieno di prezioso profumo di nardo (Marco 14:3; Giovanni 12:3). Un atto di adorazione, che prefigura la nostra esistenza ai piedi del Signore. La nostra vita è come un prezioso profumo non solo da custodire per la grande occasione, ma da diffondere ogni giorno. “Camminate nell'amore, come anche Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi, in offerta e sacrificio a Dio come un profumo di odore soave” (Efesi 5:2). Una insignificante “mosca” potrebbe rovinarlo alla minima distrazione. Non mettere a rischio anni di onorato servizio cristiano. Piccole sciocchezze possono mettere in pericolo quanto faticosamente prodotto o accumulato. Ricorda che un vaso di profumo non può rendere fragrante una mosca morta, ma una mosca morta può corrompere tutto il profumo.


 

Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 28

03 luglio Giobbe 25-27; Atti 12

04 luglio Giobbe 28-29; Atti 13:1-25

05 luglio Giobbe 30-31; Atti 13:26-52

06 luglio Giobbe 32-33; Atti 14

07 luglio Giobbe 34-35; Atti 15:1-21

08 luglio Giobbe 36-37; Atti 15:22-41

09 luglio Giobbe 38-40; Atti 16:1-21


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