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Una notte particolare

  • Immagine del redattore: Elpidio Pezzella
    Elpidio Pezzella
  • 22 giu
  • Tempo di lettura: 3 min

Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la sfoderò, percosse il servo del sommo sacerdote e gli recise l’orecchio destro; or quel servo si chiamava Malco.

Giovanni 18:10


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Nel Vangelo ci sono una serie di personaggi marginali, non perché siano di poco conto ma perché hanno poco spazio. Uno di questi è certamente Malco, il servo a cui Caifa aveva affidato il compito di accompagnare le guardie del tempio ad arrestare Gesù nel Getsemani. Solo il vangelo di Giovanni riferisce il nome: probabilmente l’evangelista era persona conosciuta nella casa del sommo sacerdote e di conseguenza lo conosceva. Il nome Malco non era usato dagli ebrei, anche se nelle lingue semitiche il suo significato è molto comprensibile: “re”. Caifa doveva gradire il servizio di Malco e avere grande fiducia per incaricare proprio lui quella notte. Non gli interessavano le beghe religiose, perché di origine forestiera e soprattutto non aveva alcuna simpatia per gli invasori. Sarebbe rimasto volentieri dietro le quinte di questa storia, in una posizione di privilegio, ma anche sufficientemente nascosta per continuare a vivere tranquillo. Ma quella notte la sua vita è andata in frantumi. Proviamo ad immaginare l’ambiente in cui viveva e le tante notizie, che arrivavano in continuazione a casa di Caifa, anche riguardo a questo Gesù. Sicuramente aveva imparato il silenzio, ma anche la sordità, ossia ad ignorare le beghe che inevitabilmente si creavano in quelle stanze. Il suo segreto: saper essere sordo e muto.


In certi ambienti però la vita non è facile. L’onore dell’incarico ha sempre un alto prezzo da pagare. Ogni giorno bisognava svincolarsi tra intrighi, invidie, pettegolezzi; tutti a mettersi in mostra per un posto in cui primeggiare sugli altri. Torniamo alle vicende narrate, quando a ridosso della Pasqua le giornate diventavano frenetiche e il sommo sacerdote assumeva in pieno il ruolo di guida del popolo, dovendo celebrare i riti prescritti da svolgersi al Tempio. Quella settimana però il calendario è stato stravolto dal processo a Gesù. Un via via inconsueto tra le stanze e un’aria colma di agitazione: il discepolo disposto a tradire e consegnare il Maestro; le truppe che facevano capo al sinedrio convocate d’emergenza; il sinedrio allertato per una possibile riunione notturna. Bisognava fare in fretta, in modo che nulla intralciasse i riti pasquali. Nella notte stabilita, dirige le guardie nel luogo concordato con Giuda. Al segnale convenuto, colui che Giuda avrebbe baciato, era l’uomo da catturare. Una volta nel giardino, Gesù era lì, quasi ad aspettarli e, come se sapesse già tutto, domandò chi stessero cercando. Era la prima volta che molti di loro vedevano il Maestro in persona e restarono bloccati dalla sua calma mentre stava per essere catturato. Improvviso ci fu il tentativo maldestro, da parte dei suoi discepoli, di difendere il Maestro. Uno di loro prese una piccola spada che teneva nascosta sotto il mantello, e nel chiaroscuro di quella notte, scagliò un fendente che colpì e recise l’orecchio di Malco.


Un gesto di rivolta comprensibile e che probabilmente le guardie avevano anche messo in conto. Il servo di Caifa si accasciò, frastornato per il dolore e per il sangue. Proprio in quel momento Gesù, dopo aver rimproverato il discepolo, si avvicinò, non per infierire, ma per toccargli l’orecchio. Fu guarito all’istante, mentre echeggiavano tra gli ulivi le parole «Chi di spada ferisce, di spada perisce!» e che Dio avrebbe potuto mandare schiere di angeli a liberarlo, ma che la sua missione era quella di compiere le Scritture. Chi era Costui? Perché tanta premura nei confronti di un nemico, il servo del sommo sacerdote? Quali pensieri saranno sorti nella sua mente e quali emozioni avranno attraversato la sua anima, possiamo solo lontanamente provare ad immaginare. È apparso evidente che Gesù stava andando liberamente incontro alla sua croce. Non erano loro a catturarlo, ma Lui consegnandosi li stava liberando dall’odio e dalla violenza. Era legato come un agnello, ma in realtà era il più libero di tutti. Chissà se Malco ha fatto ritorno a casa. Potremmo ipotizzare che, dopo l’arresto, si dilegua e fugge. Di conseguenza perde il lavoro e rischia di essere condannato per tradimento. Quando Giovanni scriverà il suo vangelo saranno già passati parecchi anni da quei fatti, per questo riferisce il nome di Malco e quello di Pietro. Se i due si sono ritrovati negli anni a venire, e che Pietro gli abbia chiesto perdono resta una suggestione. Ma tante vicende iniziate nel Vangelo hanno avuto un prosieguo, e ciascuno di noi, ancora oggi, è parte di quella storia, oltre le pagine bibliche.



Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 26

23 giugno Ester 9-10; Atti 7:1-21

24 giugno Giobbe 1-2; Atti 7:22-43

25 giugno Giobbe 3-4; Atti 7:44-60

26 giugno Giobbe 5-7; Atti 8:1-25

27 giugno Giobbe 8-10; Atti 8:26-40

28 giugno Giobbe 11-13; Atti 9:1-21

29 giugno Giobbe 14-16; Atti 9:22-43

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Per rispondere all’aspirazione e al desiderio di tanti onesti credenti di trafficare i talenti ricevuti, mi sono impegnato a formare uomini e donne fedeli per “un servizio che serve”, seguendo l’invito di Gesù (Mt 20:26-27). Il materiale proposto vuole offrire occasioni di formazione e crescita personale non da paventare ad altri, ma una condivisione per crescere assieme, lontani da polemiche, accuse e ogni forma di giudizio volto a alimentare dissidi e contese inutili. Io ci provo! 

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