top of page

Bue e asino sono io

  • Immagine del redattore: Elpidio Pezzella
    Elpidio Pezzella
  • 3 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Così mentre erano là, giunse per lei il tempo del parto. Ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, e lo fasciò e lo pose a giacere in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.

Luca 2:6-7


ree

Nel racconto della natività offertoci dal vangelo di Luca non troviamo menzione ad alcun animale e la presenza dei pastori accorsi alla mangiatoia consentirebbe di immaginarne alcuni, ma non un bue o un asino, anche se una citazione del profeta Isaia potrebbe aver favorito l’immaginazione di alcuni cristiani: “Il bue conosce il suo proprietario e l’asino la mangiatoia del suo padrone; ma Israele non ha conoscenza, il mio popolo non ha discernimento” (Isaia 1:3). Secondo qualche studioso il bue rappresenta l’Impero romano che con la sua forza sottometteva l’asinello, che invece rappresenta il popolo ebraico, vessato dalle tasse dei Romani. Senza entrare in diatribe senza senso, vorrei che, giusto il tempo della lettura, insieme provassimo a cogliere il potenziale simbolico che questi due animali hanno, dato che ricorrono non poche volte nei testi biblici. Il popolo, come annunziato dal profeta Isaia, ricevuta la lieta notizia, per mancanza di conoscenza e discernimento non lo accolse: “Egli è venuto in casa sua, e i suoi non lo hanno ricevuto” (Giovanni 1:11).

 

Trovo significativa e ispiratrice un’antica leggenda. Racconta che quella notte un angelo radunò tutti gli animali per scegliere i più adatti ad aiutare Maria e Giuseppe nella stalla a Betlemme. Si presentò per primo il leone. “Solo un re è degno di servire il Re dei re”, ruggì. “Mi piazzerò all’entrata e sbranerò tutti quelli che tenteranno di avvicinarsi”. “Sei troppo violento”, disse l’angelo. Arrivò la volpe con aria furba e innocente, che insinuò: “Per il figlio di Dio ruberò tutte le mattine il miele migliore e il latte più profumato. Porterò a Maria e Giuseppe tutti i giorni un bel pollo”. “Sei troppo disonesta”, sentenziò l’angelo. Altezzoso e splendente arrivò il pavone con la sua magnifica ruota colorata: “Io trasformerò quella modesta stalla in una reggia più bella del palazzo di Salomone”. “Sei troppo vanitoso”, replicò l’angelo. Uno dopo l’altro, tanti animali passarono invano. L’angelo non riusciva a trovarne uno che andasse bene. Notò allora che lì vicino, in un campo, l’asino e il bue continuavano a lavorare a testa bassa. Così li chiamò: “E voi non avete niente da offrire?”. “Niente”, rispose l’asino e afflosciò mestamente le lunghe orecchie. “Non abbiamo imparato niente oltre all’umiltà e alla pazienza. Tutto il resto significa solo un supplemento di bastonate”. Il bue, timidamente, senza alzare gli occhi, disse: “Però potremmo di tanto in tanto cacciare le mosche con le nostre code”. L’angelo sorrise: “Voi siete quelli giusti!”.

 

Citato per la fatica e la sua pazienza, preferisco pensare al bue per il suo stare muto davanti al mistero della mangiatoia: non capisce quanto accaduto, e continua a ruminare senza bisogno di proferire parola. Mentre c’è chi loda e chi adora, chi acclama e schiamazza, il suo silenzio parla, grida senza clamori, perché il più delle volte sarebbe opportuno tacere di fronte a verità che possono essere solo contemplate. Il bue non è solo, ha buona compagnia: un asino consapevole, ossia di non conoscere abbastanza. Mentre tanti si affacciano ai balconi, salgono sui palchi e sentenziano con somma presunzione il vero e il giusto, l’asino è controcorrente. Il filosofo greco Socrate diceva che per conoscere la verità si deve partire dal non conoscere, dall’ignoranza vera e sincera. Solo chi sa di non sapere può accostarsi al mistero di Dio che si fa Uomo, e non solo. Differentemente dal bue però ogni tanto si fa sentire con il suo ragliare. Un verso quasi rabbioso, con il quale cerca di esprimere quello che a suo modo prova. Ci sono sentimenti che non si possono esternare con parole normali, così come ci sono persone che non sanno comunicare secondo i canoni generali. Bue o asino, silenti o raglianti, dopo aver contemplato, inchiniamoci per riconoscere Gesù quale nostro Signore e Salvatore, dalla mangiatoia alla Parola.



Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 52

22 dicembre   Michea 6-7; Apocalisse 13

23 dicembre   Nahum; Apocalisse 14

24 dicembre   Habacuc; Apocalisse 15

25 dicembre   Sofonia; Apocalisse 16

26 dicembre   Aggeo; Apocalisse 17

27 dicembre   Zaccaria 1-4; Apocalisse 18

28 dicembre   Zaccaria 5-8; Apocalisse 19

Commenti


EP.png

IL MIO IMPEGNO

Per rispondere all’aspirazione e al desiderio di tanti onesti credenti di trafficare i talenti ricevuti, mi sono impegnato a formare uomini e donne fedeli per “un servizio che serve”, seguendo l’invito di Gesù (Mt 20:26-27). Il materiale proposto vuole offrire occasioni di formazione e crescita personale non da paventare ad altri, ma una condivisione per crescere assieme, lontani da polemiche, accuse e ogni forma di giudizio volto a alimentare dissidi e contese inutili. Io ci provo! 

Social

  • social-media (1)
  • cinguettio
  • Instagram
  • Youtube
  • telegram

Iscriviti alla nostra mailing list

Non perdere mai un aggiornamento

Email

bottom of page