Da peccatore a ravveduto
- Elpidio Pezzella
- 25 mag
- Tempo di lettura: 3 min
E Gesù, udito ciò, disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a ravvedimento».
Marco 2:17

Siamo in casa di Levi, il pubblicano, uno che era passato dalla parte dei Romani oppressori e per questo inviso a tutti. Un banchetto raccoglie la “peggior” gente del villaggio, attirando le critiche e le accuse dei presunti “giusti”, ai quali sono rivolte le parole di Gesù: venuto per chiamare a pentimento i peccatori, non i giusti. Coloro che si considerano giusti e non sentono il bisogno di Dio difficilmente Lo incontreranno, poiché Egli è come un medico che si rivolge ai malati che ne invocano l’aiuto. Dio detesta il peccato, ma ama i peccatori. Ed è quest’atteggiamento di amore che va incontro al bisognoso a suscitare poi il ravvedimento. Il concetto è presente fin dall’Antico Testamento, dove ogni pagina è permeata da questo tema, rappresentando la continua e amorevole pressione del Signore al cambiamento. Se ti è capitato di avere il collo rigido, spero non in questo momento, hai sperimentato quella pressione dietro la nuca che impedisce di muoverti e voltarti indietro. Ecco perché spesso il popolo che si allontana da Dio è definito dal “collo duro”. Il ravvedimento rappresenta quella possibilità di voltarsi e ritornare a dipendere da Dio. Il ravvedimento di cui parla il Nuovo Testamento implica un cambiamento di prospettiva, non tanto su Dio, quanto su noi stessi.
La casa del Signore può essere un luogo dove ci si batte il petto, si fanno gesti, praticano riti, osservano liturgie, ma poi si esce e tutto rimane invariato. Solo apparenza. Perciò quanti frequentano la chiesa per lungo tempo e poi, da un giorno all’altro, decidono di abbandonare la comunità probabilmente non hanno mai sperimentato una reale e piena conversione. Infatti, chi ha affidato la propria vita al Signore, chi ha provato rimorso per la propria condizione prima di ricevere la grazia di Dio, e chi ha acquisito consapevolezza degli errori commessi, non si allontanerà mai. Chi si convince invece che, a un certo punto, non dovrebbe più sbagliare, vivendo da “giusto”, non riesce a contemplare che si possa continuare a commettere errori. Per questo motivo, è necessario ampliare il concetto di ravvedimento, non limitandolo al passato. È opportuno ravvederci ogni giorno, riconoscendo costantemente il nostro bisogno di cambiare idea e di sottoporre le nostre convinzioni ai pensieri di Cristo. È fondamentale armarsi di un panno e di un secchio per pulire e rimediare agli errori commessi. Fa riflettere l’umiltà di Paolo, il quale, scrivendo al più giovane collaboratore, esprime la sua gratitudine verso Cristo Gesù, nostro Signore, che l’ha reso forte e l’ha considerato degno di fiducia, ponendolo al suo servizio (1 Timoteo 1:12-17). In passato, egli era un persecutore e un violento, ma ha ricevuto misericordia perché agiva per ignoranza e incredulità. La grazia del Signore ha abbondato in lui, portando fede e amore in Cristo Gesù.
In passato un bestemmiatore, un persecutore, una persona violenta. Paolo racconta della sua conversione e di ciò che era prima di incontrare la grazia divina. Afferma che proprio perché era un peccatore, privo della gloria di Dio e sotto il suo giudizio, ha ricevuto misericordia. Dopo esser stato folgorato lungo la via di Damasco, dopo essere stato condotto dal profeta e aver riacquistato la vista, ha vissuto una trasformazione. Chi ha sperimentato l’amore di Dio, anche se affronterà difficoltà, non avrà problemi con il Signore. Potrà averne con la comunità, con i ministri, poiché sono le nostre relazioni a metterci alla prova, ma dovrà riconoscere di aver ricevuto misericordia. Gesù è venuto tra noi per aprirci le porte del Cielo, e l’ha fatto offrendo il suo corpo e il suo sangue, sacrificando la sua vita per la remissione dei nostri peccati, per liberarci dalla condanna che gravava sulle nostre anime. Ricorderai dell’adultera condotta al suo cospetto, considerata peccatrice e meritevole di condanna dagli altri. E proprio a lei: «Neppure io ti condanno; va' e non peccare più» (Giovanni 8:11). Mentre agli accusatori: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei» (v. 7), costringendoli a lasciare la scena. Nulla gli era nascosto e nessuno poteva mentirgli. Anche a me, come a Paolo, Levi, la donna adultera, ha fatto misericordia, mi ha dato fiducia. Sappi che Gesù è venuto per trasformarti da peccatore a “giusto”. Abbi fede, lasciati giustificare. Decidi di voltarti verso Lui, niente e nessuno potranno separarti dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù.
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 22
26 maggio 1Cronache 28-29; Giovanni 9:24-41
27 maggio 2Cronache 1-3; Giovanni 10:1-23
28 maggio 2Cronache 4-6; Giovanni 10:24-42
29 maggio 2Cronache 7-9; Giovanni 11:1-29
30 maggio 2Cronache 10-12; Giovanni 11:30-57
31 maggio 2Cronache 13-14; Giovanni 12:1-26
01 giugno 2Cronache 15-16; Giovanni 12:27-50
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