Fratelli in competizione
- Elpidio Pezzella

- 27 lug
- Tempo di lettura: 3 min
Ecco, quanto è buono e quanto è piacevole, che i fratelli dimorino assieme nell’unità!
Salmo 133:1

La società attuale enfatizza la competizione e il successo individuale, favorendo una cultura di rivalità e di confronto, piuttosto che di collaborazione e di solidarietà. I nostri figli sono immersi in contesti dove prevale il più forte, il più dotato e preparato, dai banchi di scuola ai campi sportivi. Bisogna farsi spazio a danno dei più deboli, i quali lambiscono, in preda all’ansia, il disagio e di frequente compiono atti distruttivi. Se la competizione può essere utile per stimolare la crescita e l’innovazione, quando diventa il valore dominante può portare a conseguenze negative come la perdita di senso di comunità e di appartenenza, aumento dell’ansia e diminuzione della empatia e della compassione. Purtroppo ciò accade anche nei contesti familiari e la Bibbia ci offre dalle prime pagine storie di fratelli in competizione sfociate nella violenza. Sentimenti contrastanti, interessi, gelosie e quant’altro ci ricordano che il litigio è parte delle nostre esperienze: Caino e Abele (Genesi 4), Esaù e Giacobbe (Genesi 25-36), Giuseppe e i suoi fratelli (Genesi 37-50), per citarne alcune. Paradossalmente il legame di sangue diventa un ostacolo difficile da superare quando le incomprensioni arrivano a toccare corde profonde dell’anima.
Nell’humus di questi racconti potrebbe esserci l’intento di mostrare la natura umana e le conseguenze del peccato, per evidenziare l’importanza della grazia e della redenzione di Dio, per trasmettere lezioni sulla fede, la fiducia e le relazioni. Il desiderio di ottenere la benedizione del Padre celeste, così come essere nelle grazie del genitore, è l’elemento che innesca tensioni e conflitti tra fratelli. Nel caso di Caino e Abele, tale desiderio porta a una gelosia e a una rivalità nei sacrifici tra i due culminata nell’uccisione di Abele. Nel caso di Esaù e Giacobbe, la benedizione paterna è oggetto di contesa e manipolazione intorno al principio della primogenitura. La predilezione di Giacobbe per Giuseppe crea invidia e risentimento tra i fratelli. I genitori hanno un ruolo fondamentale, prima, durante e dopo. Restano loro il riferimento principale per ogni individuo, mentre nell’era dei Social media paiono essere i primi rivali, sempre più propensi ad abbassarsi al livello dei figli piuttosto che contribuire alla loro crescita. Ecco allora vederli ricoprire ruoli di complicità, lontani parenti dei genitori del Genesi. Con Giacobbe è la mamma a fornirgli l’assistenza per preparare la pietanza desiderata dal padre Isacco e a guidarlo nell’ingannare la sua vista. Una volta adulto e padre, Giacobbe regalerà a Giuseppe la tunica variopinta che farà esplodere la gelosia degli altri. Genitori, siamo attenti!
Riflettiamo sulla necessità di gestire le nostre relazioni in modo sano e costruttivo. Invece di attribuire la causa dei litigi e delle divisioni a Dio, dovremmo riconoscere che la fonte è spesso la nostra incapacità di lavorare insieme e di amarci gli uni gli altri come Dio vuole (1 Giovanni 4:8, Giovanni 13:34-35). Quando ci sono litigi e divisioni tra noi, non stiamo vivendo secondo l’amore e la grazia di Dio. Riconoscere la nostra responsabilità può essere un passo importante verso la riconciliazione e la costruzione di relazioni più sane e amorevoli. È importante trovare un equilibrio tra la competizione e la collaborazione, insegnare ai più giovani la solidarietà e la cooperazione promuovendo una cultura di amore e di servizio tra i giovani. La famiglia e la comunità dovrebbero lavorare insieme per promuovere valori di solidarietà e di amore tra i giovani; invece alcune volte sembrano essere scisse e concentrate sui propri interessi, trasmettendo messaggi contrastanti su cosa sia importante e cosa sia giusto. In un mondo in cui si vuol far credere che l’unica strada è affilare le armi e gettarsi nella mischia, alcune specie di insetti (api, formiche, termiti) ci insegnano l’altruismo e un altissimo livello organizzativo. Accomunati dal fatto che il singolo è capace di subordinare ogni cosa al bene della colonia, tali insetti ci ricordano che la lotta per la vita implica l’aiuto reciproco non solo all’interno della propria specie, ma anche tra specie differenti. Se non basta la Bibbia, ascoltiamo il Creato.
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 31
28 luglio Salmi 46-48; Atti 28
29 luglio Salmi 49-50; Romani 1
30 luglio Salmi 51-53; Romani 2
31 luglio Salmi 54-56; Romani 3
01 agosto Salmi 57-59; Romani 4
02 agosto Salmi 60-62; Romani 5
03 agosto Salmi 63-65; Romani 6




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