top of page

Gesù viene a casa tua

  • Immagine del redattore: Elpidio Pezzella
    Elpidio Pezzella
  • 13 minuti fa
  • Tempo di lettura: 3 min

«Zaccheo, scendi giù subito, perché oggi devo fermarmi in casa tua». Ed egli scese in fretta e lo ricevette con gioia.

Luca 19:5b-6


ree

Avere un ospite a casa propria è motivo non solo di convivialità, ma può rivelarsi occasione particolarmente speciale. Due personaggi, tra gli altri, nel racconto dell’evangelista Luca hanno l’onore di ricevere Gesù a pranzo a casa loro: Zaccheo e Simone. Il primo era capo dei pubblicani e molto ricco, in quanto raccoglieva le tasse per conto dell’Impero Romano. Come per Matteo, ciò lo rendeva inviso al popolo, e qualunque lettore sarebbe indotto a ritenerlo un caso disperato, un perduto senza speranza agli occhi di Dio. Eppure egli desiderava vedere Gesù. Quando sa del suo passaggio lungo la strada che da Gerico sale a Gerusalemme (la stessa della parabola del buon samaritano), decide di non perdere quella opportunità. Purtroppo la folla in attesa è tanta, la ressa non gli permette una buona visuale sulla strada, tenuto conto anche della sua bassa statura. Un uomo potente e facoltoso, ma limitato nel fisico. Non sempre si può quello che si vuole. Come fare? Non ci sono limiti che possono impedirci di raggiungere il Maestro. Zaccheo si guarda attorno e scorge un sicomoro, un albero abbastanza alto. Senza esitare inizia ad arrampicarsi, riuscendo così a elevarsi dalla folla. Da lì gode di una visuale unica, e per giunta tra il fogliame è anche al riparo da sguardi ostili. La folla è in agitazione, il clamore è forte, ecco il Cristo e i suoi che stanno arrivando.

 

Quella sagoma è andata man mano definendosi allo sguardo di Zaccheo, fin quando non arriva proprio sotto di lui. Il suo desiderio era stato soddisfatto. Sta iniziando a pensare che poteva scendere e tornare ai suoi impieghi, quando accade l’imprevedibile. Gesù dirige lo sguardo verso l’albero e lo chiama per nome: «Zaccheo, scendi giù subito, perché oggi devo fermarmi in casa tua». Faccio fatica a immaginare la reazione di quelli intorno all’albero o al seguito del Signore. La fama di Zaccheo è nota anche al Cristo, che ha deciso di fermarsi in casa sua. Ancora una volta il medico dimostra di essere venuto per gli ammalati, a cercare ciò che (per gli altri) era perduto. Il pubblicano non esita minimamente, anzi è assalito da grande gioia. Colui che era scartato dal suo popolo, viene scelto pubblicamente da Gesù. La salvezza entra in casa sua, e la sua reazione mostra quanto il suo cuore era pronto. Differente sarà la reazione di Simone, il fariseo, che aveva invitato Gesù a pranzo da lui (Luca 7:36-50). Anche Simone desiderava conoscerlo più da vicino. Lo aveva ascoltato più volte, ma stentava a credere come tutti i farisei. Probabilmente quel momento conviviale assieme doveva fornirgli ulteriori dati per rafforzare le sue convinzioni a riguardo di Gesù. L’episodio della donna che entra in casa e copre di lacrime i piedi del Signore e poi glieli unge con un profumo preziosissimo ruba la scena, ma induce Simone ad esprimere cinicamente quello che pensava.

 

«Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e quale genere di persona è la donna che lo tocca, perché è una peccatrice» (v. 39). Nel momento che si mette in dubbio la Sua persona, ecco che Gesù mette a nudo la condizione del fariseo, che lo aveva invitato a casa, ma che non era per nulla stato ospitale nei suoi confronti, non avendo provveduto né lavacro dei piedi, né bacio di benvenuto. Simone sta perdendo l’occasione per ricevere il perdono divino, a differenza della donna che ha compreso chi è colui al quale sta ungendo i piedi e dello stesso Zaccheo che si dispone a risarcire quanti erano stati da lui defraudati. Temo che tante volte invitiamo il Signore a stare con noi, ci proponiamo quasi a mettere in mostra l’onore ricevuto e poi ci comportiamo come Simone. Freddi, ci indigniamo se qualcun altro ha azioni d’amore che non abbiamo pensato. Restiamo lì fermi a osservare e criticare il Suo operato, ci perdiamo nel giudicare il comportamento degli altri. Testimoniamo in questo modo di averlo invitato per un banale atto di vanagloria. Dovremmo invece vivere la gioia di Zaccheo, la sua prontezza ad aprire casa, a dare il meglio nell’ospitalità e a rimediare anche ad eventuali danni arrecati. Chi incontra il Cristo non rimane indifferente. Se questa settimana il Signore volesse fermarsi da te, sei pronto?

 


Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 37

08 settembre   Proverbi 3-5; 2Corinti 1

09 settembre   Proverbi 6-7; 2Corinti 2

10 settembre   Proverbi 8-9; 2Corinti 3

11 settembre   Proverbi 10-12; 2Corinti 4

12 settembre   Proverbi 13-15; 2Corinti 5

13 settembre   Proverbi 16-18; 2Corinti 6

14 settembre   Proverbi 19-21; 2Corinti 7

Commenti


EP.png

IL MIO IMPEGNO

Per rispondere all’aspirazione e al desiderio di tanti onesti credenti di trafficare i talenti ricevuti, mi sono impegnato a formare uomini e donne fedeli per “un servizio che serve”, seguendo l’invito di Gesù (Mt 20:26-27). Il materiale proposto vuole offrire occasioni di formazione e crescita personale non da paventare ad altri, ma una condivisione per crescere assieme, lontani da polemiche, accuse e ogni forma di giudizio volto a alimentare dissidi e contese inutili. Io ci provo! 

Social

  • social-media (1)
  • cinguettio
  • Instagram
  • Youtube
  • telegram

Iscriviti alla nostra mailing list

Non perdere mai un aggiornamento

Email

bottom of page