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Il diavolo cambia vestito

  • Immagine del redattore: Elpidio Pezzella
    Elpidio Pezzella
  • 3 ago
  • Tempo di lettura: 3 min

“nella speranza che Dio conceda loro di ravvedersi perché giungano a riconoscere la verità, e ritornino in sé, sottraendosi dal laccio del diavolo, che li aveva fatti prigionieri, perché facessero la sua volontà”.

2 Timoteo 2:25-26


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L’immagine medievale del diavolo con le corna e la coda, armato di forcone e vestito di rosso è un lontano ricordo che trova ancora ospitalità nelle menti fuori dal tempo, preda dell’immaginario popolare e oltremodo fiduciose di chi incarna una pericolosa religiosità referenziale. Noi lettori della Bibbia, credenti che hanno lasciato il latte spirituale e sono passati al cibo solido, siamo chiamati a discernere una presenza diabolica e infernale altrove, nonostante tutta la tristezza che si possa provare quando si palesa anche in chi indossa abiti religiosi. Non smetteremo mai di scandalizzarci è vero, perché al di là dei moniti biblici restiamo fiduciosi nei confronti dell’essere umano in generale, ed in quanto tali facciamo tremenda fatica a concepire la possibilità di certi comportamenti. Eppure dobbiamo mettere in conto la possibilità che alcuni finiscano “nel laccio del diavolo”, come Paolo indica al giovane Timoteo, ed essere vigili oltre ogni illusoria presunzione di natura spirituale. Se è accaduto con i discepoli per ben due volte, nei panni di Pietro e Giuda, perché mai non potrebbe succedere ancora? Basterebbe dedicare un po’ di tempo alle vicende storiche della chiesa per ricredersi.


Avrei da indignarmi, oltre che essere deluso e mortificato in quanto credente, guida spirituale, genitore, cittadino per tutte quelle vicende, che allontanano dalla fede molti, coloro che non hanno ancora messo radici. Eppure le stesse vicende possono rafforzare la fede e accrescere il discernimento dei più maturi, capaci di concepire che il diavolo può intrufolarsi ovunque, anche tra gli uomini religiosi. Spero di non essere frainteso e per questo preferisco evitare possibili dettagli. La cronaca mondiale parla da sé. Mi limito a segnalare che il diavolo e i suoi emissari, “le forze spirituali della malvagità” (Efesi 6:12) rinnovano costantemente il guardaroba, adattandolo abilmente a paesi e circostanze. In questo modo si comprende come può vestire i panni del “religioso di turno”, che estorce sesso in nome di un esorcismo, offrendo la sua carne per liberare lo spirito oppresso oppure si presenta come un insoddisfatto represso pronto a tutto. Il mio Dio libera, mai priva o opprime! Altrove il diavolo indossa gli abiti di un conoscente fidato che si trasforma in carnefice, che abusa e violenta. Per non parlare del capo di Stato che non disdegna di bombardare inermi, spargendo sangue innocente lungo le strade impietosamente. In ogni modo egli è “omicida fin dal principio” (Giovanni 8:44). Dove poi vi è inganno o tentativo di raggiro lui c’è sempre essendo “bugiardo e padre della menzogna” (Giovanni 8:44).


Davanti a questa infernale capacità di cambiare abito e di riuscire ad essere dove non lo si concepisce, molti scelgono di essere ciechi, per vergogna o convenienza, per paura o solo indifferenza, ignorando il suo agire a danno di molti. Chissà se oggi il cieco Bartimeo chiederebbe ancora di recuperare la vista? Reputo la condizione di chi ha occhi per vedere e li chiude o si volta altrove pari agli interlocutori di Gesù: “Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi siete figli del diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro“ (Giovanni 8:43). Provo a levare la mia flebile voce per qualcuno che sta smarrendo la luce della fede, perdendo l’orientamento sicuro delle Scritture e divenendo mendicante del senso dell’esistenza. Per noi si leva il monito della parabola del seminatore, affinché non dimentichiamo che “poi viene il diavolo e porta via la parola dal loro cuore, affinché non credano e non siano salvati” (Luca 8:12). Per questo dobbiamo intensificare la semina, senza stancarci o distrarci. Ai discepoli il Signore ha dato il potere di scacciare gli spiriti immondi e nell’inviarli ha loro raccomandato di non avere due tuniche (Matteo 10:10). Sia la nostra veste riconoscibile e onorata, non indossata per convenienza o all’occorrenza, perché seppur l’abito non fa il “monaco” e da esso che lo si riconosce.

 


Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 32

04 agosto Salmi 66-67; Romani 7

05 agosto Salmi 68-69; Romani 8:1-21

06 agosto Salmi 70-71; Romani 8:22-39

07 agosto Salmi 72-73; Romani 9:1-15

08 agosto Salmi 74-76; Romani 9:16-33

09 agosto Salmi 77-78; Romani 10

10 agosto Salmi 79-80; Romani 11:1-18

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IL MIO IMPEGNO

Per rispondere all’aspirazione e al desiderio di tanti onesti credenti di trafficare i talenti ricevuti, mi sono impegnato a formare uomini e donne fedeli per “un servizio che serve”, seguendo l’invito di Gesù (Mt 20:26-27). Il materiale proposto vuole offrire occasioni di formazione e crescita personale non da paventare ad altri, ma una condivisione per crescere assieme, lontani da polemiche, accuse e ogni forma di giudizio volto a alimentare dissidi e contese inutili. Io ci provo! 

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