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Nel nostro segreto

  • Immagine del redattore: Elpidio Pezzella
    Elpidio Pezzella
  • 10 ago
  • Tempo di lettura: 3 min

“e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa pubblicamente”.

Matteo 6:18b


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La prima sezione del sermone sul monte (Matteo 6) accende una lampada sulla nostra spiritualità, evidenziando tre realtà della nostra relazione con Dio Padre, e specificatamente l’elemosina, la preghiera e il digiuno. Quando rileggo questo testo mi viene da paragonare il nostro rapporto con Dio ad un tavolo circolare, dove l’elemosina (libera contribuzione), la preghiera (in tutte le sue forme) e il digiuno ne costituiscono le tre gambe. Tale testo in un vangelo, in origine rivolto alla cristianità di provenienza giudaica, lancia una sfida ai capisaldi della nostra fede e che possiamo prendere in considerazione su due proposte. La prima è di non essere ipocriti. L’ipocrisia, tipica caratteristica della società odierna, non è altro che il nascondere, il non mostrare ad altri quel che è la realtà. L’ipocrita è chi, indossando una maschera, cerca di essere adulato. Gesù invitava, invece, a non esser tali sia nella preghiera, che nell’elemosina o nel digiuno. Egli consigliava di discostarsi dall’atteggiamento dei farisei, che a quell’epoca ben rappresentavano la categoria di persone ipocrite in assoluto. Nessuno di quelli che hanno conosciuto Dio e hanno gustato il Suo dono può fare a meno di essere sincero.


La seconda sfida è riferita al Padre, che Gesù menziona nella preghiera modello come il “Padre vostro che è nei cieli”. Differentemente dall’erronea convinzione che Dio sia lontano, si deduce il contrario; basti pensare all’espressione “il Signore che vede nel segreto” per comprendere che Egli è talmente vicino da vedere nel segreto. Noi tendiamo a nascondere pensieri, sentimenti e tanto altro, cadendo in atteggiamenti ipocriti. La Scrittura ci spoglia da tale atteggiamento perché nulla Gli è nascosto. Lui conosce le reali motivazioni che spingono a fare l’elemosina, a pregare o digiunare. È dove pensiamo di essere da soli che siamo provati a sfidare la nostra fede, lì dove nemmeno le mura possono ascoltare c’è Dio. Elia, quando si rifugiò nella caverna sul monte Oreb (1 Re 19), si ritrovò nel silenzio. Fu in quel luogo che la sua vita venne scossa da un terremoto, ma Dio non era nel terremoto;  si manifestò un vento impetuoso, ma Dio non era in esso; poi un fuoco, ma nemmeno lì Egli era. Poi il profeta udì una voce sommessa che gli chiese: “Cosa fai qui?”. Quel luogo rappresenta perfettamente il “segreto”, dove nessuno può ascoltare e vedere e ove il Signore è l’unico in grado di far udire la Sua voce. Il Padre non solo ascolta, ma nel segreto vede anche tutte le situazioni che nessuno sa. Il Signore è Colui che scolta la voce del nostro pianto (Salmo 6:8) e vede ogni nostra lacrima (Salmo 6:6) e sa ascoltarne il suono. Una lacrima non produce rumore, eppure Lui è capace di ascoltarla.


Mentre noi tendiamo a nascondere Egli rende manifesta la Sua opera affinché la Sua gloria si veda nella nostra vita. Colui che vede nel segreto, poi ricompensa pubblicamente poiché, a differenza nostra, non è ipocrita. Siano esse preghiere di sofferenza, pianti o desolazioni, o azioni di misericordia per altri, o ancora digiuni per l’intercessione a favore di altri, e qualunque altra cosa accade nel segreto Dio lo vede. Egli è nel segreto! È difficile ascoltare Dio in mezzo a tanta gente, ecco perché è importante che attraversiamo il deserto. Nel deserto c’è silenzio e solitudine, ma Dio è Colui che traccia una strada nel deserto: apre un sentiero, fa germogliare vita, reca gioia dove è dolore. Soffermiamoci a considerare che quel Padre che è nei cieli è anche nel nostro segreto; vuole fare qualcosa nella nostra vita che sia reso poi pubblico, anche se ciò non dipende solo da Lui. Il popolo di Israele rimase nel deserto quaranta anni. Non sappiamo, né possiamo determinare quanto lungo sarà il nostro deserto, ma possiamo decidere se camminare da soli o con Dio: «Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me…» (Salmo 23:4). Se Dio è con noi non dovremmo temere nessun deserto o desolazione. La cosa fondamentale è sapere che Egli è nel segreto e lo dimostrerà pubblicamente contro tutti o tutto ciò che vuole scoraggiarci, poiché Dio è fedele.

 


Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 33

11 agosto Salmi 81-83; Romani 11:19-36

12 agosto Salmi 84-86; Romani 12

13 agosto Salmi 87-88; Romani 13

14 agosto Salmi 89-90; Romani 14

15 agosto Salmi 91-93; Romani 15:1-13

16 agosto Salmi 94-96; Romani 15:14-33

17 agosto Salmi 97-99; Romani 16

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Per rispondere all’aspirazione e al desiderio di tanti onesti credenti di trafficare i talenti ricevuti, mi sono impegnato a formare uomini e donne fedeli per “un servizio che serve”, seguendo l’invito di Gesù (Mt 20:26-27). Il materiale proposto vuole offrire occasioni di formazione e crescita personale non da paventare ad altri, ma una condivisione per crescere assieme, lontani da polemiche, accuse e ogni forma di giudizio volto a alimentare dissidi e contese inutili. Io ci provo! 

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