Il Signore è colui che ti protegge; il Signore è la tua ombra.
Salmi 121:5
L’orante del salmo è in una condizione di difficoltà, bisognoso di aiuto. Sin da subito non volge lo sguardo ai suoi simili, vicini o lontani, cari e non. Forse è nel silenzio come quello del Salmo 39 che si dibatte intensamente nel dramma di cercare una risposta: “Sono rimasto muto e calmo, mi sono addirittura trattenuto dal bene, e il mio dolore si è inasprito. Il mio cuore ardeva dentro di me; mentre meditavo, un fuoco si è acceso” (vv. 2 e 3). Egli leva gli occhi al cielo, dove dimora l’Eterno che non esiterà a farsi trovare, e parla al proprio cuore preoccupato, all’anima agitata. E nel rasserenarsi dichiara le magnifiche parole di questo salmo: “Il Signore è colui che ti protegge; il Signore è la tua ombra”. Ombra? Quale consolazione può venire dal considerare Dio un’ombra? Noi siamo soliti identificare le ombre con qualcosa di sospetto, da cui stare lontani, quella parte oscura di ogni essere umano, tale anche da inquietare alcune volte. Eppure noi siamo fatti di luce e di ombre, i nostri anni trascorrono tra luci e ombre. Le ombre sono parte di noi, rappresentano la lotta tra quello che ammettiamo e quello che ignoriamo o non vogliamo vedere. Non possiamo barare, con Dio non ci è dato di nascondere le nostre ombre, anzi, è proprio lì che ci attende.
Il termine “ombra” ricorre circa ottanta volte nella Bibbia: indica protezione e rifugio sicuro, buio e paura. Il primo significato proviene dal ristoro che l’ombra trasmette, come nel caso di Giona il ricino in un mezzogiorno di fuoco (Giona 4:6). Il significato negativo è invece collegato all’esperienza di freddo e buio simili alla morte, nelle prove più difficili, quando forte è il bisogno di ripararsi all’ombra dell’Onnipotente (Salmi 91:1). Nel nostro linguaggio parliamo di “adombrarsi” quando c’è qualcosa che ci incupisce, recando preoccupazione e timore alla nostra vita. Nello stesso tempo è un modo per proteggersi, o almeno un tentativo, il chiudersi in sé. La Scrittura dichiara che le mani di Dio sono come l’ombra che protegge dai nemici, perché nasconde all’ombra delle Sue mani (Isaia 51:16). Basta l’ombra della Sua mano a comunicare la paterna vicinanza e il Suo amorevole effetto. L’ombra protettiva e vitale è quella di Dio: «Ritorneranno a sedersi alla mia ombra, faranno rivivere il grano, coltiveranno le vigne» (Osea 14:8 CEI), dove tutti possiamo ripararci, al pari dell’innamorata che desidera la vicinanza del suo sposo: «Ho grandemente desiderato di stare alla sua ombra e là mi sono seduta» (Cantico dei C. 2:3).
La nostra esistenza è assimilata a un’ombra proprio a sottolineare quanto sia effimera: “Sì, l’uomo va attorno come un’ombra; sì, invano si affaticano tutti e accumulano beni senza sapere chi li raccoglierà!” (Salmi 39). Nel confronto con Colui che abita l’eternità la durata della nostra vita è lunga quanto un palmo della mano, nel suo stato migliore è come vapore che si dirada nell’aria. L’essere umano è soltanto un’ombra deambulante, che a secondo della luce si allunga o accorcia, fino a sparire improvvisamente. Ciò che più preoccupa l’orante non è la fragilità della vita, ma la condizione peccaminosa, percepita come una causa della sua condizione: “Liberami da tutte le mie colpe; non farmi essere l’oggetto di scherno dello stolto” (v. 8). Torniamo così al testo iniziale, per ricordare che ciascuno ha la sua ombra fuori di sé, ovunque e comunque. Anche ora, se ti guardi attorno, scorgerai la tua, e potresti addirittura averne più di una. L’ombra è silenziosa, scura, si allunga e si accorcia fino quasi a scomparire, ma non ti lascia mai. Infatti, essere dietro a qualcuno per proteggerlo e accompagnarlo si dice fargli da ombra. Quando non la vediamo nessuno la cerca, perché siamo consapevoli che è con noi e alla prima luce la vedremo apparire. Prova a considerare ora che Dio è la tua ombra: “non permetterà che il tuo piede vacilli, … non sonnecchia e non dorme”. Siamo ormai nell’imminenza della festa di Natale, dove la luce splende nelle tenebre, tutte. I pastori vanno a Betlemme di notte, con le tenebre attorno, nell’oscurità che diviene il luogo dell’incontro con Dio. Sotto l’ombra di Dio le nostre ombre si trasformano e noi rinasciamo.
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 52
19 dicembre Giona; Apocalisse 10
20 dicembre Michea 1-3; Apocalisse 11
21 dicembre Michea 4-5; Apocalisse 12
22 dicembre Michea 6-7; Apocalisse 13
23 dicembre Nahum; Apocalisse 14
24 dicembre Habacuc; Apocalisse 15
25 dicembre Sofonia; Apocalisse 16
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