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  • Writer's pictureElpidio Pezzella

Ponti da costruire

È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.

2 Corinzi 5:19

Dopo la pandemia da Covid 19 ci eravamo illusi che il mondo sarebbe stato un posto migliore e che ognuno avrebbe dato il giusto valore alle proprie relazioni. È bastato toglierci le mascherine per ritornare ad essere non solo quelli di prima, ma peggio. La cronaca quotidiana ci sconvolge con fatti inconcepibili in un’escalation di violenza senza pari. Poi le guerre, prima in Ucraina e ora in Israele. Solitamente nei bombardamenti, per limitare gli spostamenti del nemico, si punta subito alle vie principali di collegamento e di conseguenza ai ponti. I ponti, infatti, collegano. Caratterizzano il nostro ambiente edificato, e nel nostro Paese ne abbiamo alcuni che resistono da millenni. Il ponte è anche simbolo del superamento dei divari e delle differenze culturali e la partenza verso nuovi orizzonti. È uno strumento di cui l’uomo dispone per congiungere e attraversare il mondo. Dietro un ponte c’è molto di più: il risultato di un processo costruttivo, di fratellanza, quando consente di andare e tornare, ossia di costruire relazione e condivisione. Chiunque abbia abbracciato i principi della fede cristiana dovrebbe portare impresso nel suo dna spirituale l’attitudine a pontificare, nel senso vero della parola, a demolire barriere, accorciare le distanze, operare per il ricongiungimento e l’avvicinamento.


Tra le storie dei miei video settimanali, racconto quella di due fratelli che avevano sempre condiviso tutto. Al punto che una volta cresciuti, vivevano uno accanto all’altro, collaborandosi nel lavoro dei campi. Un giorno però litigarono per una banalità, e nessuno dei due fu capace di superare l’accaduto, finendo per non salutarsi più. Fino a quando bussò alla porta del fratello maggiore un falegname in cerca di lavoro: “C’è qualche lavoro che posso fare?”. “Sì”, rispose l’uomo e lo portò sul retro della sua cascina. “Vede quel terreno, è di mio fratello. Abbiamo litigato da tempo e lui ha scavato un profondo solco tra me e lui, convogliando le acque del fiume. Dietro la stalla c’è della legna ammassata e vorrei che mi costruisse un recinto così alto da non vederlo più”. “Comprendo, ci penso io”. Il proprietario uscì per delle commissioni lasciando il falegname al suo lavoro. Al rientro, roba da non credere ai suoi occhi. Il falegname aveva terminato il lavoro, solo che al posto del recinto aveva realizzato un ponte. Non fece in tempo ad arrabbiarsi che vide arrivare il fratello con la mano tesa: “Ti ringrazio, perché io avevo creato un solco tra noi, mentre tu hai costruito un ponte”. Fu così che la pace fu fatta. I fratelli chiesero al falegname di restare con loro qualche giorno per altri lavori, ma la risposta fu: “Ho tanti ponti da costruire”.


Paolo scriveva ai Corinzi: “Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione” (2 Corinzi 5:18-19). Questa parola della riconciliazione potrebbe sostanziarsi in un chiarimento nel quale uno si impegna a non ripetere il torto compiuto e l’altro a dimenticare il torto subito. Questa parola Dio l’ha affidata a noi quando ci ha riconciliati in Cristo. Quindi non è semplicemente un chiarimento su quanto avvenuto, ma il perdono. Gesù ci ha riconciliati al Padre, portando il nostro peccato nella propria vita. E a noi è chiesto di fare altrettanto. Non di espiare, ma di perdonare. Qualunque sia il turbamento e l’angoscia, voglio ricordarti che la certezza dell’opera compiuta dal Cristo ci spinge inoltre alla preghiera fiduciosa di un intervento soprannaturale, perché Dio ha l’orecchio teso al nostro ascolto. Egli non è sordo verso chi si rivolge a Lui. Per questo, qualunque sia la circostanza, anche quando la portata del dolore sembra sopraffarti, quando fai fatica a gettare le basi di un ponte, non esitare a gridare a Lui: “Signore, libera l’anima mia!» (Salmo 116:4). La Scrittura attesta chiaramente che Dio è misericordioso, pietoso e giusto (Esodo 34:6; Gioele 2:13), e non spegne il lucignolo fumante (Isaia 42:3). Non resterà indifferente alla tua, e alla nostra, situazione. Saprà così darci la spinta necessaria.


 

Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 44

23 ottobre Geremia 1-2; 1 Timoteo 3

24 ottobre Geremia 3-5; 1 Timoteo 4

25 ottobre Geremia 6-8; 1 Timoteo 5

26 ottobre Geremia 9-11; 1 Timoteo 6

27 ottobre Geremia 12-14; 2 Timoteo 1

28 ottobre Geremia 15-17; 2 Timoteo 2

29 ottobre Geremia 18-19; 2 Timoteo 3



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