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Tornare a Betlemme

  • Immagine del redattore: Elpidio Pezzella
    Elpidio Pezzella
  • 1 giu
  • Tempo di lettura: 4 min

Al tempo in cui governavano i giudici, ci fu nel paese una carestia, e un uomo di Betlemme di Giuda andò ad abitare nel paese di Moab con la moglie e i suoi due figli.

Rut 1:1


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Il libro di Rut si colloca nel periodo dei Giudici in Israele, un tempo di caos, guerre e mancanza di re, dove ognuno faceva ciò che riteneva giusto senza considerare il volere di Dio (Giudici 21:25). In questo contesto, si focalizza su una famiglia di Betlemme, città il cui nome significa “casa del pane”, ma che in quel tempo è senza pane a causa di una carestia. Elimelec, il capofamiglia, decide di lasciare la sua terra e andare a Moab, un paese straniero, sperando di trovare risorse. Per fare ciò, dovrà attraversare il fiume Giordano al contrario. Questa scelta rappresenta un allontanamento dalla benedizione divina, indica un ritorno indietro, una perdita di spiritualità che può presentare un conto salato. La storia ci ricorda che Dio non ha mai fatto morire di fame i suoi figli, anche nei momenti di penuria, come dimostrano le storie della vedova con il profeta Eliseo o dei discepoli di Gesù con la moltiplicazione dei cinque pani e due pesci. Elimelec muore a Moab, lasciando Naomi, sua moglie, e i figli Malon e Kilion. Questi ultimi si sposano con due donne moabite, Orpa e Rut, ma dopo circa dieci anni muoiono anche loro. Naomi, rimasta sola, si rende conto che la sua fuga da Betlemme e la lontananza da Dio hanno portato solo dolore e perdita. La sua fede si è “moabizzata”, cioè si è piegata ai condizionamenti dell’ambiente pagano e lontano dal Signore.

 

Naomi, che si ritrova senza marito e figli, può rappresentare la Chiesa che, a volte, si trova lontana dalla sua fonte di vita e di benedizione. Come il figliol prodigo nel porcile (Luca 15:17), Naomi “rientra in sé” e decide di tornare a Betlemme, dove il Signore ha visitato il suo popolo provvedendogli del pane (1:6). Ammettiamo che la vera speranza si trova nel tornare alla casa del pane, cioè a Dio. In pochi versi ci accorgiamo come la decisione iniziale sia stata affrettata e come sia opportuno non scappare dalle difficoltà. Rimaniamo fermi e fedeli nell’aspettare il tempo di Dio, che certamente verrà. Egli non tarda! In questo frangente, la nuora Rut le promette di seguirla ovunque, dichiarando che il suo popolo e il suo Dio saranno anche i suoi. Il ritorno di Naomi a Betlemme rappresenta il ritorno alla fede autentica e ci ricorda che anche quando ci troviamo lontani, Dio ci aspetta e ci chiama a tornare. La sua decisione di tornare è un esempio di come, anche nelle circostanze più difficili, possiamo sempre tornare a Dio, che ci aspetta con misericordia. Il messaggio centrale è che Dio, anche quando sembriamo lontani o abbiamo sbagliato, non ci abbandona mai. E la storia che aveva preso una brutta piega, trova in Dio il risolutore e Colui che la governa.

 

Ed è così che la storia della famiglia di Naomi, diventa la storia di Rut e Boaz. Il riscatto della giovane vedova, secondo la legge del Levirato, ci mostra che Dio ha un piano di salvezza e di redenzione per tutti, anche per chi si sente perduto o lontano. Il Suo amore è più grande di qualsiasi errore o distanza. In questa storia Betlemme non è solo una città storica, ma un luogo di speranza, sinonimo di rinascita spirituale e di incontro con Gesù, il Pane disceso dal cielo. Quando Naomi decide di tornare, Dio la guida e la riporta alla benedizione. La chiesa, come Naomi, può trovarsi in momenti di crisi o lontananza da Dio, ma è sempre possibile tornare a Betlemme, alla fonte della vita e della salvezza. Questa parola ci invita a non scappare dalle difficoltà, ma a rimanere fedeli, a pregare, digiunare e umiliarsi, perché possiamo vedere la mano dell’Altissimo agire. In un mondo segnato da guerre e instabilità, il vero cambiamento avviene quando torniamo (o restiamo) a Dio, che provvede ogni giorno il pane spirituale. Nei momenti di difficoltà e di carestia è importante rimanere vicini al Signore e non allontanarci dalle Sue promesse. Attraversare il Giordano verso la terra promessa significa nascere di nuovo e vivere secondo la volontà di Dio. Ti incoraggio a mantenere viva la fede, a non scappare dalle difficoltà, ma a radicarti con decisione a Betlemme, dove abbiamo trovato Gesù, il Pane della vita. Ricorda che il Signore è il nostro Goel, colui che ci riscatta, che ci aspetta con misericordia e ci invita a vivere in comunione con Lui.


Puoi ascoltare una meditazione sul tema qui



Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 23

02 giugno 2Cronache 17-18; Giovanni 13:1-20

03 giugno 2Cronache 19-20; Giovanni 13:21-38

04 giugno 2Cronache 21-22; Giovanni 14

05 giugno 2Cronache 23-24; Giovanni 15

06 giugno 2Cronache 25-27; Giovanni 16

07 giugno 2Cronache 28-29; Giovanni 17

08 giugno 2Cronache 30-31; Giovanni 18:1-18

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IL MIO IMPEGNO

Per rispondere all’aspirazione e al desiderio di tanti onesti credenti di trafficare i talenti ricevuti, mi sono impegnato a formare uomini e donne fedeli per “un servizio che serve”, seguendo l’invito di Gesù (Mt 20:26-27). Il materiale proposto vuole offrire occasioni di formazione e crescita personale non da paventare ad altri, ma una condivisione per crescere assieme, lontani da polemiche, accuse e ogni forma di giudizio volto a alimentare dissidi e contese inutili. Io ci provo! 

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