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Una Gioia piena

  • Immagine del redattore: Elpidio Pezzella
    Elpidio Pezzella
  • 10 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia completa.

Giovanni 15:11


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In questi giorni va crescendo la frenesia per spostarsi da un luogo all’altro, da un negozio all’altro, nel caos urbano delle prossime festività. Alle maratone per i tradizionali regali, seguiranno i tour gastronomici, di casa in casa, di tavola in tavola. Dopotutto l’obiettivo comune è essere più buoni. Almeno così sento dire, e mi viene da sorridere pensando a quanto poi la realtà sia distante dalle parole. Le leccornie culinarie e la bontà d’animo non camminano assieme. Certamente è apprezzabile la volontà e l’impegno di manifestare un sentimento benevolo e strizzare l’occhio a chi è nel bisogno con qualche gesto di solidarietà. Non dovremmo però compiere azioni “per lavare la coscienza”, incensandoci nell’umano tentativo di saldare con elemosine un debito d’amore. Ritengo che il bene non possa essere relegato a un dovere da adempiere, come se le nostre misere attenzioni in questi giorni avessero capacità di donare soddisfacimento perenne. Sono tra coloro che si sono impegnati a riportare Gesù al centro del quotidiano vivere e a fare della Bibbia la lampada al nostro piede, e per questo ritengo che tale prassi stona alla luce delle parole del Maestro.

 

A Betlemme l’angelo annunciò ai pastori una grande gioia connessa alla nascita del Cristo (Luca 2:10-11). Senza di Lui non c’è festa, né nell’aria né nel cuore. Non basteranno addobbi e luci a diradare le nubi di preoccupazioni varie. Ogni maschera di ipocrisia durerà ben poco. Ed ecco che nelle ore finali del suo ministero terreno, Gesù ci ricorda che è sua intenzione che noi dimoriamo nella gioia e che la sua gioia sia completa in noi. Non si tratta di un bel banchetto, ma di una condizione interiore che trova diretta manifestazione nelle nostre azioni. L’apostolo Paolo elogiava i Tessalonicesi per aver predicato il Vangelo in Macedonia e nell’Acaia attraverso una fede concretizzatasi nel loro amore fraterno. L’apostolo esortava costoro, che tanto si prodigavano con gioia, nonostante le afflizioni e le sofferenze che stavano affrontando, a fare di più, a “camminare per piacere a Dio”, dato che “questa è la volontà di Dio: la vostra santificazione”. Parole che dovrebbero essere il vademecum di questo periodo, indicando a ciascuno di “possedere il suo vaso in santità ed onore, non con passioni disordinate”. Evidentemente ognuno saprà esaminare il proprio vivere e discernere ciò che è onorevole da ciò che è disordinato.

 

A ciò aggiunge la sollecitazione ad amarsi gli uni gli altri (v. 9) in attesa di quando “saremo rapiti assieme a loro sulle nuvole, per incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore”. Questa è la certezza biblica che reca consolazione ai nostri cuori. Fino ad allora non ci sarà giorno senza il suo affanno. Le parole dell’apostolo fanno eco a Gesù, “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi”, e ancora, “Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri” (Giovanni 15:12 e 17). Non è tanto un essere buoni, ma il sentire per gli altri ciò che Cristo ha provato per ciascuno di noi, fino al punto di donare la sua vita. Le parole del Vangelo ci esortano ad essere tralci attaccati alla vite, a dimorare in lui per non diventare prima aridi e poi secchi da essere bruciati. Se uno non dimora nell’amore di Gesù e di conseguenza non osserva i Suoi comandamenti, non potrà sperimentare la gioia promessa. Il cristiano (presunto) che vive la fede in base al calendario e si adorna di gioia esclusivamente nelle feste è pari al miserabile che spera in Cristo solo per questa vita (1 Corinzi 15:19). Ammettiamo che spesso rincorriamo una gioia intesa come felicità o eccitazione. Quella offerta da Gesù non è il piacere di una vita piena di agi; è piuttosto ciò che scaturisce dall’essere a posto con Dio e di camminare consapevolmente nel Suo amore e nella Sua cura. L’unica gioia che può essere veramente “piena”, “riempita” come un recipiente nel quale viene versata del liquido fino all’orlo.

 


Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 51

15 dicembre   Amos 1-3; Apocalisse 6

16 dicembre   Amos 4-6; Apocalisse 7

17 dicembre   Amos 7-9; Apocalisse 8

18 dicembre   Abdia; Apocalisse 9

19 dicembre   Giona; Apocalisse 10

20 dicembre   Michea 1-3; Apocalisse 11

21 dicembre   Michea 4-5; Apocalisse 12

 

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IL MIO IMPEGNO

Per rispondere all’aspirazione e al desiderio di tanti onesti credenti di trafficare i talenti ricevuti, mi sono impegnato a formare uomini e donne fedeli per “un servizio che serve”, seguendo l’invito di Gesù (Mt 20:26-27). Il materiale proposto vuole offrire occasioni di formazione e crescita personale non da paventare ad altri, ma una condivisione per crescere assieme, lontani da polemiche, accuse e ogni forma di giudizio volto a alimentare dissidi e contese inutili. Io ci provo! 

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