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  • Writer's pictureElpidio Pezzella

Chiamati a servire

Updated: May 18, 2022

Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro.

Matteo 7:12

Nel formare il gruppo che avrebbe dovuto condurre la prima comunità cristiana, Gesù li invita a tenere conto di come i re delle nazioni le signoreggiano e le dominano, e questi sono visti, per certi versi, come benefattori solo perché mostrano interesse per alcune problematiche, mascherando l’egemonia (Luca 22:5). Loro invece non devono cercare approvazione o esercitare autorità sugli altri, in quanto Gesù ha insegnato a servire. Colui che pensa di essere il più grande è chiamato a servire e a mettersi nelle vesti dei sottoposti: “Ma con voi non sia così; anzi il più grande fra di voi sia come il minore e chi governa come colui che serve” (Luca 22:26). Tutto è ribaltato. Con Cristo le cose funzionano al contrario. Al mondo esistono forme di etica comportamentale in ogni area della società, e per il credente il comportamento è unico: fare agli altri quel che si vuole per sé.


Se tale principio fosse applicato ovunque non avremmo bisogno di leggi, codici e autorità demandate all’ordine e alla legalità. Nel confronto tra chi serve e colui che è a tavola servito appare come più grande il secondo. Gesù spiegò queste cose ai Suoi mentre erano seduti, intenti a cenare. Dopo si alzò, prese una bacinella ed un asciugamano ed iniziò a lavare i piedi di ognuno. Pietro oppose resistenza, avendo compreso a fondo chi era Colui che stava compiendo quel gesto. Secondo Luca dopo che Gesù spiega ai discepoli di guardare a Lui come esempio di servizio, li loda in quanto erano rimasti con Lui fino ad allora: erano una squadra su cui fare affidamento. È di grande conforto nella sofferenza sapere che c’è qualcuno su cui poter contare. La nostra certezza è sapere che Dio c’è sempre e non ci lascia mai. Quello stesso gruppo ricevette la promessa del regno: come Dio lo aveva donato a Cristo, così Egli lo donava a loro. Egli è uno strumento che riceve e trasmette. Chi pensa di fare qualcosa per Dio trattenendo egoisticamente, serve solo sé stesso. Gesù invece prese la Sua gloria e la Sua vita e le depose per noi.


L’apostolo Paolo ci ricorda che noi siamo seduti nei luoghi celesti sul trono di Cristo, non perché lo meritiamo. Egli ha stabilito di donarci il Suo regno perché siamo il Suo gregge, un giorno siederemo alla Sua mensa e con Lui giudicheremo le tribù d’Israele. Il nostro non sarà un vero giudizio, ma una testimonianza di ciò che il Signore ha fatto per noi attraverso la Sua immensa grazia. Quando eravamo perduti, Gesù si umiliò facendosi servo e fino a dare la Sua vita per noi. L’apostolo Pietro ci ricorda che siamo stati comprati con il preziosissimo sangue dell’Agnello (1Pietro 1:19). A quei tempi una persona pagava una somma di denaro per avere possesso sulla vita dello schiavo. Non siamo stati comprati con oro o argento, ma con il Suo prezioso sangue, e di conseguenza siamo divenuti Suoi e ora Gli apparteniamo. Egli ha lasciato la gloria del Padre, ha scelto di nascere in una stalla, è vissuto tra noi per portarci salvezza. Siamo anche noi, sul suo esempio, chiamati a servire gli altri con amore, a tendere la mano a chi ha bisogno. Colui che serve tende la mano per dare e non per prendere. Chi lo fa per afferrare non è degno di fiducia e da costui bisogna prendere le debite distanze. Serviamo Dio e un giorno saremo alla Sua presenza per godere tutto ciò che Egli ha preparato per noi.



Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 35

23 agosto Salmi 113-115; 1Corinti 6

24 agosto Salmi 116-118; 1Cor. 7:1-19

25 agosto Salmi 119:1-88; 1Cor. 7:20-40

26 agosto Salmi 119:89-176; 1Corinti 8

27 agosto Salmi 120-122; 1Corinti 9

28 agosto Salmi 123-125; 1Cor. 10:1-18

29 agosto Salmi 126-128; 1Cor. 10:19-33



 

Foto di Jon Ng, www.freeimages.com

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