top of page
Search
  • Writer's pictureElpidio Pezzella

I mercenari

Updated: Sep 16, 2021

Il mercenario, che non è pastore, a cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e si dà alla fuga (e il lupo le rapisce e disperde), perché è mercenario e non si cura delle pecore.

Giovanni 10:12-13

Nel discorso riportato da Giovanni nel suo vangelo, Gesù si paragona al pastore (buono), in contrapposizione ai mercenari. Probabilmente il Maestro sta riferendosi ai capi del popolo che non sono guide disinteressate, in quanto sfruttano il popolo affidato, fin quando conviene. Quando poi arrivano i lupi (che potrebbero rappresentare anche i romani), i capi abbandonano il popolo. Ciò che li differenzia è l’atteggiamento che assumono nei riguardi delle pecore: il buon pastore presta il suo servizio per amore, il mercenario lo fa per denaro. Quando arriva un lupo per rapirle e disperderle il mercenario è preoccupato di difendere la sua vita, per questo “abbandona le pecore e si dà alla fuga”. Per fuggire non occorre che scappi, basta che non dia il suo aiuto, taccia al vedere e si nasconda nel silenzio. Anche se lavora e si preoccupa, fa tutto questo per un contraccambio, cerca privilegi e vantaggi temporali, è avido, ambisce onori terreni. Vi sono alcuni nella Chiesa che sono preposti in autorità, e di essi Paolo dice che cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo (Filippesi 2:21), l’unico che non cerca il proprio interesse e liberamente offre la sua vita.


Agostino insegnava che “nella Chiesa ci sono molti che cercano vantaggi terreni, e tuttavia predicano Cristo. Anche per mezzo di essi si ascolta la voce di Cristo, e le pecore seguono, non il mercenario, ma per mezzo del mercenario la voce del Pastore”. Di certo il mercenario non è una figura raccomandabile. Sappiamo che ci sono dei mercenari, ma chi sono lo sa soltanto il Signore. Tuttavia li possiamo identificare mediante il consiglio del Signore: “Li riconoscerete dai loro frutti” (Matteo 7:16). Che il Signore ci illumini in modo da riconoscere i mercenari e da non diventare noi stessi mercenari. Ci sono molti che cercano vantaggi materiali, e tuttavia predicano Cristo. Le pecore seguono non il mercenario, ma la voce del pastore che si è fatta sentire anche attraverso il mercenario. L’apostolo Paolo segnalava ai Filippesi: “Alcuni invero predicano Cristo anche per invidia e contesa, ma vi sono anche altri che lo predicano di buon animo. Quelli certo annunziano Cristo per contesa, non puramente, pensando di aggiungere afflizione alle mie catene, ma questi lo fanno per amore, sapendo che sono stabilito alla difesa dell'evangelo. Che importa? Comunque sia, o per pretesto o sinceramente, Cristo è annunziato; e di questo mi rallegro, anzi me ne rallegrerò anche per l’avvenire” (1:15-18).


Ma se volgiamo il discorso dal lato delle pecore, vien da chiedersi se sono in grado di distinguere un mercenario dal pastore. Merita di essere segnalato un pericolo diverso. Non ci sono molti lupi che si intrufolano, ma pecore che escono volontariamente dall’ovile. E seppur in qualche ovile ci possano essere pastori mercenari, alcuni del gregge praticano spontaneamente la transumanza (forma di migrazione stagionale e temporanea delle greggi dai pascoli in pianura a quelli in quota e viceversa). In questi spostamenti gli animali godono di pascoli freschi, ma non cambiano "proprietà". Infatti, anche in quota, così quando rientrano a valle, hanno la propria stalla di appartenenza, ove ricevono assistenza e forniscono il loro latte. Sanno bene chi è il loro pastore, e non seguono altri. Quando Gesù parlava di sé come buon pastore o come porta dell’ovile aveva in mente tutto ciò, e lo insegnava affinché noi potessimo averne conto e imparassimo ad essere eticamente corretti. La lezione è ancora da apprendere. È vero che le anime appartengono a Cristo, è altrettanto vero che la chiesa è una. Ma ritengo sia ora di dire basta sia alla "transumanza ecclesiale" sia al servizio interessato. Desidero incoraggiare ciascuno ad avere un proprio ovile alla cui porta c’è il buon pastore, ricordando a chi facilmente migra o si allontana che “eravate infatti come pecore erranti, ma ora siete tornati al pastore e custode delle anime vostre” (1 Pietro 2:25). A chi è stato chiamato a servire, invece, rivolgo queste parole: “Perciò, fratelli miei carissimi, state saldi, irremovibili, abbondando del continuo nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore” (1 Corinzi 15:58).



Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 38

13 settembre Proverbi 16-18; 2Cor. 6

14 settembre Proverbi 19-21; 2Cor. 7

15 settembre Proverbi 22-24; 2Cor. 8

16 settembre Proverbi 25-26; 2Cor. 9

17 settembre Proverbi 27-29; 2Cor. 10

18 settembre Proverbi 30-31; 2Cor. 11:1-15

19 settembre Ecclesiaste 1-3; 2Cor. 11:16-33


 

100 views0 comments
bottom of page