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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

La moneta da ritrovare

Qual è la donna che se ha dieci dramme e ne perde una, non accende un lume e non spazza la casa e non cerca con cura finché non la ritrova?

Luca 15:8

Il capitolo 15 di Luca ci offre un trittico di parabole, il cui tema è la gioia del Padre per il ritrovamento dell’uomo perduto. La prima ha come soggetto un pastore, che ha cento pecore; la seconda una donna di casa che ha dieci dracme; la terza un padre che ha due figli. I primi due sono accomunati da una medesima sorte come proprietari: il primo, di una “pecora perduta”; la seconda di “una dramma perduta”. Il pastore ha perso il centesimo di quel che aveva, la donna il decimo. Tutte le parabole sono percorse da numerosi e identici verbi: “perdere”, “cercare insistentemente”, “ritrovare”, “rallegrarsi”, “convocare gli amici e i vicini”, che esprimono la condivisione della gioia per il ritrovamento. Tutti questi verbi costituiscono, da un lato, la struttura stessa delle parabole, lungo i quali si snodano e si animano; dall’altro, forniscono il tema: l’incontenibile gioia del Padre nell’incontrare gli uomini, generati dal suo amore, che erano perduti a causa del peccato e per i quali non vi era più speranza. Infatti, il vertice di queste parabole è racchiuso nell’esperienza di una perdita e di un ritrovamento, dove la gioia del ritrovamento è preceduta dal dolore per la perdita.


La parabola della dramma perduta è esclusiva di Luca. La dramma era una moneta equivalente, più o meno, a un denaro, ossia la paga giornaliera che si dava a un bracciante. Il testo appare uguale a quella della pecorella perduta, ma con una caratteristica notevolmente diversa: la moneta si perde senza allontanarsi, si perde rimanendo a casa. La protagonista è appunto una donna che perde una moneta e nel momento in cui se ne accorge, piuttosto che lamentarsi o piangere, inizia un’accurata ricerca, dando fondo a tutte le sue energie. Le case di allora erano solitamente senza finestre, e quindi buie. Inoltre la zona inferiore fungeva anche da stalla: gli animali potevano entrarvi e dormirvi, per cui non erano molto pulite. Ecco allora che la prima cosa da fare è accendere una lucerna nella speranza di localizzare la moneta: il bagliore si rifletterà sulla moneta facendola brillare.


Questa donna pur avendo tante faccende da sbrigare appena si accorge di aver perduto una dramma, lascia stare tutto il resto. Eppure ne aveva altre nove… poteva essere contenta di quelle. Questa è una logica umana, di chi desiste dal cercare, dal fare tutto il possibile per salvare qualcuno, perché in fondo non lo si ama veramente. Al contrario la nostra donna non lascia perdere la moneta perduta, ai suoi occhi ha un valore assoluto a cui non può rinunciare. Allo stesso modo Dio non lascia perdere nessuno di noi, perché siamo preziosi ai suoi occhi. Immagino questa donna mettere sottosopra la casa, frugare negli angoli, sotto i mobili, spazzare dappertutto. Non c’è più niente di più urgente che ritrovare la moneta d’argento. Tutto il resto passa in secondo ordine. Così Dio viene a cercarci, inseguendoci senza sosta. Quale gioia essere ritrovati da Dio!


Vorrei però per un attimo uscire dal contesto evangelico, per dare una prospettiva nuova alla storia, affinché incontri il bisogno di qualcuno. Questa donna con le sue dieci dramme può essere tipo del credente che ha ricevuto da Dio quanto necessario. Quel numero dieci parla di completezza. Abbiamo quanto ci occorre in dote, in talenti e capacità da trafficare, ciascuno in misura e maniera diversa (Matteo 25:15). Le cento pecore non sono altro che dieci volte dieci. Nel momento in cui manca soltanto una unità al dieci, viene meno la completezza, manca la gioia e la soddisfazione. Potremmo allora immaginare la condizione di chi non pago e per niente soddisfatto è alla costante ricerca della “moneta mancante”, non riuscendo a godere pienamente di quanto ricevuto in dono o in affido da Dio. Se questa è la tua condizione, non disperare. Desidero incoraggiarti innanzitutto ad accendere la luce. Quando siamo nell’incertezza di cosa fare o di dove iniziare, mettiamo in funzione la testa: ragioniamo, riflettiamo, in attesa della lampadina che si accende. In fondo siamo menti pensanti. Nel momento in cui avremo la nostra “illuminazione”, occorrerà passare all’azione: rimuovere la polvere, lo sporco, quanto aveva sepolto il nostro tesoro. Senza esitare ci armeremo degli attrezzi per riportare alla luce quanto avevamo sepolto in casa nostra.


 

Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 19

01 maggio 1Re 10-11; Luca 21:20-38

02 maggio 1Re 12-13; Luca 22:1-30

03 maggio 1Re 14-15; Luca 22:31-46

04 maggio 1Re 16-18; Luca 22:47-71

05 maggio 1Re 19-20; Luca 23:1-25

06 maggio 1Re 21-22; Luca 23:26-56

07 maggio 2Re 1-3; Luca 24:1-35




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