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  • Writer's pictureElpidio Pezzella

La rabbia di Giona

Ma questo dispiacque molto a Giona, che si adirò.

Giona 4:1

La storia di Giona è condizionata dal risentimento nei confronti dei niniviti, che spinge il profeta, inviato a Ninive ad annunciare pentimento, nella direzione opposta a prendere una nave per fuggire a Tarsis (o Tarshish). La sua intenzione è sottrarsi al mandato divino, perché come si scopre al capitolo 4, aveva la certezza che se si fosse recato a Ninive ed avesse annunciato quanto comandatogli dal Signore, il popolo, per timore, si sarebbe convertito. Non solo, ma era certo che Dio alla vista della conversione dei niniviti, si sarebbe mosso a compassione e non avrebbe compiuto quanto minacciato (4:2). E le cose vanno proprio così. Dio lo perseguita amorevolmente e non gli lascia possibilità di sottrarsi. Prima il vento, poi la tempesta, e ancora la sorte; e, nel momento in cui il mare lo poteva porre fine ai suoi giorni, un grosso pesce lo inghiotte e lo vomita a riva. Certe volte Dio non lascia scampo.


Dalla nave alla città, il passaggio è breve. L’umanità di ogni tempo è in attesa di un messaggio di speranza, seppur di condanna. La predicazione di Giona si limita ad annunciare sventura, non chiede di ravvedersi o di raddrizzare la propria condotta. Poche parole per poche possibilità di redenzione e scarsa passione? O perché quando Dio stabilisce bastano poche parole umane? Il sintetico messaggio del profeta è efficace di tramutare la condotta di vita dei destinatari, inducendo alla conversione e a un cambiamento sia della condizione spirituale e morale, sia quella concernente decisioni materiali. Non è necessario un numero esorbitante di parole, perché il messaggio vada ad effetto e produca una reazione. Ne segue che i niniviti sono talmente toccati e colpiti nelle loro coscienze da estendere il processo di conversione agli animali, ricoprendoli di sacco e cenere, cosa mai accaduta in Israele. Quello che non si riteneva possibile è accaduto, e a questo punto si avvera la supposizione di Giona: Dio non condanna più la città. Il profeta si preoccupa della sua credibilità, è assalito dal dispiacere, si arrabbia talmente con Dio che chiede di morire.


«Ti pare giusto adirarti così?». Come un genitore con il figlio capriccioso, Dio cerca di far ragionare il profeta. Lo lascia prima sfogare. Poi gli presta udienza e replica. Ma alla domanda, Giona è troppo arrabbiato. Non risponde. Piuttosto si alza, voltando le spalle, va via. Sale sulla collina di fronte a Ninive e aspetta l’evolversi. Quando non vogliano sentir ragioni, quando le nostre convinzioni non ammettono alternative, ci ritiriamo a riccio e non abbiamo più consapevolezza di quel che accade. Infatti, il profeta è seduto sotto il sole, mentre Dio gli fa crescere in breve tempo alle spalle un albero di ricino che lo copre con una fresca ombra. Quando il giorno dopo, quasi a provocarlo, Dio fa seccare prima la pianta, poi fa alzare un caldo vento che unitamente al sole battente fiacca e toglie il respiro, Giona torna a lamentarsi e ad invocare la morte come liberazione. Nuovamente, con paterna premura, echeggia il quesito: «Ti pare giusto adirarti così?». La rabbia offusca più del vento, fa ribollire più del sole cocente, e fa dichiarare cose inappropriate: «Sì, è giusto per me adirarmi fino alla morte» (v. 9). Sono affascinato dall’agire pedagogico di Dio nei confronti del suo profeta. Non lo lascia, lo “tormenta”. Non lo abbandona, lo pungola e provoca.


Questo devotional oggi giunge proprio a stimolarti, domandandoti se ti pare giusto, se stai facendo bene a comportarti in questo modo. Probabilmente quanto accaduto o in corso sta provando la tua pazienza, e dopo tutto la rabbia è umana. Il punto è controllarla. Sei abbastanza cresciuto per i capricci, hai abbastanza conoscenza per puntare i piedi con Dio. Non sei il solo comunque. Ammetto che non è sempre comprensibile il Suo agire, ed anche per questo Egli è Altro da noi. Ovunque ti trovi ora, se sei con la testa all’ombra o sotto il sole, benedici il Suo nome, perché Egli non ti lascerà nella tua condizione.


 

Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 30

17 luglio Salmi 18-19; Atti 20:17-38

18 luglio Salmi 20-22; Atti 21:1-17

19 luglio Salmi 23-25; Atti 21:18-40

20 luglio Salmi 26-28; Atti 22

21 luglio Salmi 29-30; Atti 23:1-15

22 luglio Salmi 31-32; Atti 23:16-35

23 luglio Salmi 33-34; Atti 24



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