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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

La vigna del Signore

«Voglio cantare per il mio diletto un cantico del mio amico circa la sua vigna. Il mio diletto aveva una vigna su una collina molto fertile».

Isaia 5:1

Un cantico descrive la vigna del Signore nel libro di Isaia (5:1-7), con un parallelismo richiamante il popolo d’Israele e che oggi potrebbe rappresentare il popolo spirituale di Dio. Il testo narra dell’amore che Dio ha non solo collettivamente per il Suo popolo, ma per ogni persona senza alcuna distinzione. Egli dà a tutti egual valore, a prescindere dalla carica o dal compito svolto. Infatti, Gesù ha versato il Suo sangue indistintamente per tutti. Un racconto dei padri del deserto dice che se un nostro fratello sta toccando il cielo con le mani bisogna afferrarlo per i piedi e riportarlo sulla terra, suggerendo che dobbiamo camminare tutti fianco a fianco. Nel canto sono elencate tre attività rappresentative dell’opera che Egli compie in ognuno: ha posto una siepe, ha tolto le pietre, vi ha poi piantato delle viti di ottima qualità. Nessuno di noi, nemmeno la chiesa sarà la vigna perfetta. Gesù ha proclamato sé stesso la vite da cui viene ottimo vino al cospetto del Padre. Il vino che Dio vuole dalla Sua vigna siamo noi, quel raccolto che al cospetto del Padre sarà la gloria del Figlio, poiché noi siamo l’uva prodotta dalla morte di Gesù, quel seme che si è immolato per noi. È da Lui, la vite cui siamo collegati, che porteremo frutto per la Sua gloria.


Gesù narrò anche di una vigna al cui interno vi era un fico, anch’esso affidato alle sapienti cure di un vignaiolo. Dinanzi al fatto evidente che al terzo anno l’albero non produceva frutti il padrone del terreno chiese al vignaiolo di tagliarlo. Questi avrebbe potuto semplicemente obbedire, ossequiando la decisione del padrone e non ponendosi alcuno scrupolo per il lavoro finora svolto. Invece, mosso nel profondo, propose una soluzione alternativa: «Signore lascialo ancora quest’anno, finché lo scalzi e gli metta del letame e se fa frutto, bene; altrimenti, in avvenire lo taglierai» (Luca 13:8-9), prendendo così del tempo. La figura del vignaiolo potrebbe rappresentare, allora, tutti coloro che nella chiesa (la vigna del Signore) hanno delle responsabilità nei confronti di qualcuno. Per “responsabilità” dobbiamo intendere qualsiasi servizio o mansione svolta per il bene dell’altro, individualmente e collettivamente. Di solito si tende a caricare - forse dovrei dire, scaricare - la responsabilità sui ministri principali, onerandoli di ogni soluzione a qualsiasi bisogno comunitario. Quale fu l’atteggiamento del vignaiolo dinanzi a un fico che sembrava bello a vedersi ma che non produceva frutti?


Dinanzi alla tentazione del padrone che gli diceva di tagliarlo, la Scrittura pone dinanzi i nostri occhi una perla, ossia che i vignaioli del Signore non sanno tagliare, né tantomeno sanno abbattere. Essi non distruggono, ma lavorano per l’edificazione, per il recupero e per la crescita delle piante che sono nell’opera del Signore, indistintamente e alla stessa stregua. Inoltre, il vignaiolo della parabola appare colpito nell’intimo da un sentimento di rivalsa: si sente responsabile di quell’albero, non riesce a passarci sopra, limitandosi ad obbedire a un ordine, che non tira in ballo la sua persona, ma toglie vita a uno degli alberi affidati alle sue cure. Nel guardare nelle nostre vigne, quante volte in qualità di servi o responsabili potremmo sentirci colpevoli di aver in qualche occasione resistito allo Spirito, opposto le nostre buone ragioni a un’opera in contrasto con i nostri ragionamenti. Ogni albero abbattuto è una sconfitta per tutti, per il padrone, il vignaiolo e l’albero stesso. Ed è per questo che il nostro vignaiolo intercedette affinché si aspettasse: “Hai atteso tre anni, te ne chiedo un altro”. Questi non solo pregò ed intercedette ma si assunse anche delle responsabilità.


Questo vignaiolo fa da spalla all’amico del canto di Isaia, che possiede una vigna su una collina fertile e la lavora con amore e passione, dotandola del necessario per fare un ottimo vino. Tutti sanno che per un vignaiolo la vigna, la quale impiega anni per dare frutto, richiedendo tanto lavoro faticoso e tanta cura, è un po’ come una sposa. Purtroppo quello del canto deve fare i conti con dei risultati non attesi. Io spero che davanti alla tentazione di levare il dito per giudicare o aprire la bocca per cercare inutili giustificazione, ciascuno si armi della passione e della dedizione del vignaiolo, che prende tempo per mettersi a lavoro.



Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 41

04 ottobre Isaia 20-22; Efesi 6

05 ottobre Isaia 23-25; Filippesi 1

06 ottobre Isaia 26-27; Filippesi 2

07 ottobre Isaia 28-29; Filippesi 3

08 ottobre Isaia 30-31; Filippesi 4

09 ottobre Isaia 32-33; Colossesi 1

10 ottobre Isaia 34-36; Colossesi 2

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