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Immagine del redattoreElpidio Pezzella

Ardente e splendente

Egli era la lampada ardente e splendente e voi avete voluto per breve tempo godere alla sua luce.

Giovanni 5:35

Il cristianesimo è sempre stato riconoscibile più per le azioni che per le parole. Ed è per questo che amiamo un Vangelo che ci sollecita a fare di più e a parlare di meno. Jonathan Edwards, il predicatore del “Grande Risveglio”, nel suo scritto Lampade ardenti e splendenti (Alfa & Omega) afferma che “il vero prestigio e l’eccellenza del ministro del Vangelo consistono nell’essere, allo stesso tempo, una lampada ardente e splendente”. Come era molto più comune nel passato, anche oggi i ministri della Parola dovrebbero essere uomini che uniscono la luce con il calore, la ragione con la passione, il pensiero con il sentimento, la testa con il cuore, lo studio con l’adorazione! Giovanni, il battista, non si sottrasse, anzi “mortificò se stesso e rinunciò ai piaceri del mondo; si dedicò alla propria opera con grande diligenza e laboriosità; proclamò la Parola di Dio con imparzialità e senza fare distinzioni di sorta tra le persone; si mostrò umile rallegrandosi che l’onore di Cristo aumentasse e che la sua fama diminuisse, proprio come la stella mattutina sparisce mentre il sole comincia a sorgere; fu fedele e coraggioso nel predicare la verità anche a costo della vita. È così che la sua luce illuminò gli uomini”.


Solitamente di una lampada interessa che illumini, e quindi l’intensità della luce che emana. Eppure Gesù ha detto di Giovanni battista che era prima “ardente” e poi “splendente”. Essere ardente vuol dire bruciare, emanare calore. Non tutti riescono a vedere, ma possono sentire, percepire il caldo, come quando ci esponiamo alla luce del sole. Oserei quindi dire che Dio non gradisce la luce fredda. Splendente indica invece che emana luce, quindi illumina, dirada il buio. Potremmo ipotizzare anche il parlare (insegnare) con chiarezza, in grado di indicare la strada a chi l’ha smarrita. Sia che pensiamo a lampade a combustione, sia a luci ad energia, tutte le fonti di luce hanno in comune una caratteristica: si consumano. Questo mi fa supporre e ritenere che le lampade accese “da” e “per” Dio non si sottrarranno dal consumarsi per gli altri, senza mai cercare uno splendore di gloria personale. Ogni buon cristiano non avrà ambizione di essere una “star” (stella) del panorama ecclesiale, ma solo un pellegrino che si lasci guidare dalla “lucente stella del mattino” (Apocalisse 22:16).


La luce di Giovanni aveva un segreto. Per essere grandi bisogna prima di tutto essere e diventare ogni giorno più piccoli, proprio come lui: “Bisogna che egli cresca e che io diminuisca” (Giovanni 3:30). Abbiamo necessità di un continuo bagno di umiltà, al fine di evitare di sostituirci al nostro Maestro anziché perseverare nell’esempio di Giovanni. Vorrei sbagliarmi, ma risulta sempre più rara la persona umile, cioè colui che non giudica, non critica, non si vanta, non disprezza, non si esalta, non cerca la propria gloria. Siamo trascinati dall’ideologia dell’avere e dell’apparire, che non sa minimamente guardare al cuore. Stiamo così contribuendo a un mondo con scarse virtù morali. La violenza crescente ci dice che saper mentire, mettersi in vista e farsi rispettare con la forza è d’obbligo, altrimenti si è dei falliti. Si preferisce fuggire dagli insegnamenti e dai precetti biblici, perché ritenuti scomodi, non utili ai nostri comodi e alle nostre meschine esigenze. Occorre, ogni giorno, sforzarci di invertire la rotta, perché la felicità non è salire più in alto (sopra gli altri), ma servire chi ha bisogno. Caro lettore, lascia che la tua luce brilli, se sei una candela in un angolo o un faro su una collina. Tu e io non siamo la fonte di luce che potrà illuminare totalmente il mondo, ma fin dove arriva il nostro sguardo, la nostra visione, potremmo fare la nostra parte, perché “se dunque tutto il tuo corpo è illuminato, senza avere alcuna parte tenebrosa, sarà tutto illuminato come quando la lampada ti illumina con il suo splendore” (Luca 11:36).



Piano di lettura settimanale

della Bibbia n. 27

28 giugno Giobbe 11-13; Atti 9:1-21

29 giugno Giobbe 14-16; Atti 9:22-43

30 giugno Giobbe 17-19; Atti 10:1-23

01 luglio Giobbe 20-21; Atti 10:24-48

02 luglio Giobbe 22-24; Atti 11

03 luglio Giobbe 25-27; Atti 12

04 luglio Giobbe 28-29; Atti 13:1-25



 

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