Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio e credete anche in me.
Giovanni 14:1
Le parole del vangelo di Giovanni ci conducono ai momenti precedenti l’arresto di Gesù. Le intenzioni di Giuda sono state da poco svelate, e Gesù sta preparando i discepoli per quanto a breve dovrà accadere. La dolce premura del Maestro è contenuta in questo accorato appello: “Il vostro cuore non sia turbato”. A volte siamo propensi a ritenere che la fede ci esima dai conflitti, ci esonera dai dolori e ci scampa da ogni forma di sofferenze. Risulta particolarmente difficile dover constatare che il nostro credere non ci conduce su un isolotto beato e scevro dai mali della vita. Lo stesso Gesù, come riportato nello stesso vangelo, in alcune occasioni ha provato turbamento. Alla tomba dell’amico Lazzaro, «fremette nello spirito e si turbò» (Giovanni 11:33). Nell’approssimarsi della sua morte, dichiarò: «Ora l’animo mio è turbato; e che dirò? Padre, salvami da quest’ora?» (12:27). Prima del nostro episodio, fu turbato ancora una volta al pensiero del tradimento di Giuda (13:21). Quindi il Maestro aveva chiaro di cosa parlava nell’esortare i suoi discepoli: conosceva la fragilità del cuore umano e la predisposizione a scoraggiarsi di fronte alle avversità della vita.
Arrivano parole con intento rassicurante: “Voi conoscete la via”. Nel momento buio, dopo la sua dipartita da questo mondo, quando il turbamento li avrebbe assaliti, bastava rimanere sulla retta via e non lasciarsi trasportare dagli eventi per non smarrire la fede. Semplicemente, “credete in Dio”. Quella che è la più semplice delle azioni, in molti casi diventa inconcepibile e inattuabile. Come posso credere? Come faccio a credere? Guardiamo a Gesù e non lasciamo condizionare da null’altro! Proprio quando sta venendo meno la fede e diventa impossibile credere, ecco che il nostro cuore si turba. Per questo il Maestro ci mette in guardia dal cedere allo sconforto. Ci sollecita a ricordare il provvido e meraviglioso Dio nel quale crediamo, e affidarci alla Sua potente e amorevole mano. Ci esorta a confidare in Dio che, nell’immensità del suo amore, ci vuole donare quella serenità interiore che placa ogni tempesta. Ci spinge a credere che Dio ci assisterà nelle turbolente vicissitudini dell’esistenza. Ci incoraggia ad attingere da Lui la forza per affrontare le avversità. Inoltre esorta a credere non solo in Dio, ma anche in lui, immagine visibile di Dio.
La fede in Dio non può rimanere una vaga disposizione interiore, ma diventare atto di piena fiducia in Gesù, che rivela il Padre ed è il portatore della riconciliazione tra Dio e l’umanità, tra il Santo e il peccatore. Non so a voi, ma a me queste parole allargano il cuore. Lui non ci chiede di essere sempre all’altezza di tutto e al di sopra di tutto quel che può accaderci. Lui non ci considera in base a quanto rendiamo o produciamo. Lui non valuta i nostri risultati con pignoleria e cattiveria. Ci chiede di (re)stare nella pace, anzi ce lo comanda, infatti il verbo usato da Giovanni è un imperativo. Questa pace del cuore ha un fondamento preciso: “Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”. Il mondo promette e poi delude, le solide certezze degli uomini sono dei castelli di sabbia che si sgretolano al sole. Solo Lui non delude. Solo Lui è la roccia sicura su cui costruire la nostra casa. “Io vado avanti a prepararvi un posto…” sono infine le parole che ci assicurano nella proiezione escatologica. Sollevare lo sguardo alle cose di lassù e a un futuro mai così vicino ci aiuta a restare sereni in man di Cristo. Non è mica tanto difficile?! Forza, proviamoci assieme!
Piano di lettura settimanale
della Bibbia n. 26
21 giugno Ester 3-5; Atti 5:22-42
22 giugno Ester 6-8; Atti 6
23 giugno Ester 9-10; Atti 7:1-21
24 giugno Giobbe 1-2; Atti 7:22-43
25 giugno Giobbe 3-4; Atti 7:44-60
26 giugno Giobbe 5-7; Atti 8:1-25
27 giugno Giobbe 8-10; Atti 8:26-40
Russo
Ваше сердце не тревожится; верь в Бога и верь и в меня тоже.
Foto di acscom, www.freeimages.com
Yorumlar